Arena prende il toro per le corna. O quantomeno ci prova. Al termine dell’ennesima giornata di stallo sulla formazione della nuova giunta, il sindaco annuncia un’accelerazione: oggi preparerà i decreti per il varo di un esecutivo a sette assessori e chi ci sta ci sta.
“Non possiamo continuare a perdere altro tempo perché Viterbo ha bisogno di un governo”, confida il primo cittadino. Per oggi è in programma un vertice tra i parlamentari del centrodestra Mauro Rotelli, Francesco Battistoni e Umberto Fusco che a questo punto dovrà valutare se la strada indicata da Arena è percorribile o meno. La giunta a sette prevede due assessorati per ciascun partito, ad eccezione di Fondazione, a cui ne toccherebbe uno solo (presumibilmente lo sviluppo economico per Paolo Barbieri).
Le donne sarebbero tre, quante bastano per rispettare il 40% di rappresentanza stabilito dalla legge sulle quote rosa. Se la proposta di Arena sarà accolta, Forza Italia avrà due assessori (Elpidio Micci ai lavori pubblici e Antonella Sberna ai servizi sociali), due Fratelli d’Italia (Claudio Ubertini all’urbanistica e Laura Allegrini alla cultura) e due anche la Lega (Enrico Contardo e Claudia Nunzi). Uno, come detto, a Fondazione. A Fratelli d’Italia dovrebbe toccare a questo punto anche la presidenza del consiglio comunale. Sulle deleghe però Arena si riserva di decidere in un momento successivo: “L’importante intanto è varare la giunta in vista del primo consiglio comunale”.
Una risposta, quella del primo cittadino, a chi negli ultimi giorni gli ha rimproverato una certa debolezza nei confronti di una maggioranza che sta già dando prova di voracità in fatto di poltrone. Continuare ad assecondare le pulsioni dei partiti, per chi si è presentato come il cambiamento rispetto alle vecchie liturgie della politica, sarebbe un suicidio. Andare alla prova di forza, se comporta dei rischi, è sicuramente più dignitoso e rispettoso di quella minoranza di cittadini che ha accordato la sua fiducia ad Arena. Che, nel peggiore degli scenari, potrebbe sempre dimettersi e gettare la responsabilità su chi non gli ha permesso nemmeno di iniziare a governare.