Aveva assicurato che avrebbe varato la giunta entro la fine della settimana. La prima settimana da sindaco per Giovanni Arena è finita ma la giunta comunale ancora non c’è. Il primo cittadino, peccando di ottimismo, non aveva messo in conto i capricci dei partiti che lo sostengono, nonostante l’esperienza del travagliato parto della sua candidatura, ottenuta al termine di una trattativa estenuante solo grazie all’intervento dei notabili romani, avrebbe dovuto metterlo in guardia.
Se il nodo del numero degli assessori, delle quote rosa e della ripartizione delle poltrone è stato sciolto (sarà una giunta a nove con quattro donne: 3 assessorati a Fratelli d’Italia, 2 a Forza Italia, 2 a Fondazione e 2 alla Lega, con quest’ultima che otterrà anche la presidenza del consiglio), ad aver incagliato il barcone del centrodestra, è il braccio di ferro tra gli azzurri e i meloniani. Pomo della discordia è l’assessorato ai servizi sociali, conteso sia da Antonella Sberna che da Laura Allegrini. I Fratelli d’Italia ritengono che due assessorati pesanti come i lavori pubblici (che andrà a Elpidio Micci) e appunto i servizi sociali siano troppi per un partito come Forza Italia che esprime già il sindaco.
Di qui una situazione di stallo che non sembra il migliore viatico per un’amministrazione che vorrebbe essere di rinnovamento rispetto alle vecchie liturgie, ai manuali Cencelli e alle solite pratiche del bilancino. Si dice, e lo dice per primo lui stesso, che Arena abbia doti di grande mediatore. Ma se non riesce a mediare tra le aspirazioni dei partiti che lo sostengono, forse farebbe bene a imporre le sue scelte chiudendo una partita che già sta diventando stucchevole. Altrimenti rischia di minare subito la sua credibilità e di fare la fine di Michelini.