Ci sono la signora Sabatini e la signora Contardo. Anche ai tempi del sovranismo e del populismo, certe antiche tradizioni italiche non sembrano venire meno. Quelle secondo cui il consenso si trasmette per via parentale o magari anche sessuale. Gli esempi citati sono emblematici.
Prendiamo Antonella Sberna. Miss preferenza, come è stata ribattezzata per via dei 726 voti conquistati al primo turno di questa tornata amministrativa (seconda più votata in assoluto), ha avuto in dote, non è un mistero per nessuno, anche un bel po’ del bacino di consensi del marito Daniele Sabatini, costretto da una serie di congiunture sfavorevoli a stare fermo un giro dopo aver rivendicato per sé la candidatura a sindaco sulla scorta dell’exploit alle regionali. La Sberna, va detto, non è una signora nessuno catapulta sul palcoscenico politico per diritto matrimoniale. E’ stata consigliera comunale per cinque anni, era già in politica prima di accasarsi con l’ex consigliere regionale ed è apparsa in più occasioni nei “casting” tenuti a Villa Gernetto dal presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi per selezionare volti nuovi giovani e telegenici con cui svecchiare il parco candidati azzurro. Non sarà la nuova Mara Carfagna ma un posto nella giunta comunale – da assessore ai servizi sociali – pare non debba toglierglielo nessuno.
Diverso invece il caso della signora Ombretta Perlorca in Contardo, 190 preferenze nella lista della Lega, in gran parte farina del sacco del marito Enrico, vicesindaco in pectore. Candidando la moglie anziché se stesso, Contardo, d’accordo con il dominus Umberto Fusco, si è messo al riparo da eventuali incidenti di percorso. Si sa che i rapporti tra Forza Italia e Lega sono fluttuanti e legati alle vicende del governo nazionale. Ergo: una defenestrazione dalla giunta in corso d’opera è da mettere nel conto. In questo modo, anche se per interposta persona, Contardo resterebbe comunque in consiglio comunale.
Sempre in casa Lega si segnala un altro illustre sconosciuto asceso improvvisamente nell’empireo della politica locale: si tratta del 26enne Stefano Evangelista. Il suo è un curriculum con i controcazzi, per dirla in modo aulico: diplomato al Ruffini, fucina di classi dirigenti viterbesi, laureato in economia alla Bocconi, fucina di classi dirigenti nazionali, parla fluentemente l’inglese e lo spagnolo, il che, a queste latitudini, basterebbe e avanzerebbe pure. Ma se il giovane Evangelista diventerà assessore nella nuova giunta, come sembra, più che al curriculum lo dovrà alla vicinanza col senatore Umberto Fusco. Perché in Italia più che la conoscenza contano le conoscenze. E, a volte, ancora più delle conoscenze, le parentele.