Viterbo, la nostra città, la città dei papi, dei templari, degli spirituali, dei religiosi etruschi, di Santa Rosa, di San Crispino, di Egidio e Giacomo da Viterbo, assiste, muta, in un assordante silenzio le iniziative leghiste. Muta, ascolta l’escalation di urla del futurista Salvini contro i migranti, i rom, i diversi, proponendo misure legislative che hanno un solo terribile precedente nella storia contemporanea. Zitti i consiglieri regionali Panunzi e Blasi, zitta l’assessore alle politiche sociali della Regione, che dovrebbe tutelare gli ultimi. Mute le cosiddette liste della sinistra viterbese, da Sposetti a Serra, da Leu agli amici di Smeriglio… Ma questi personaggi sono noti più che per la politica dei valori, per altro, e quindi meglio non esprimersi e perdere voti. Quando si dice il coraggio e la forza delle idee.
Ma tutti coloro che restano zitti, cosa hanno da perdere? Temono che Salvini, oltre a non fare comprare le magliette di Benetton, faccia liste di proscrizione per la religione e l’associazionismo? Come possono i cattolici, fedeli e religiosi, non insorgere contro l’abominio, in difesa del rispetto e della dignità dell uomo? Poveri ed emarginati, il Papà li chiama nostri fratelli, senza razza e colore della pelle. Per questo occorre vincere il silenzio e fermare questa barbarie, immorale non solo per i valori cristiani ma anche per quelli della civiltà. Indignarsi e testimoniare la contrarietà come singoli e come comunità non è un fatto politico, è un dovere etico.
Siamo certi che il nostro vescovo, come il Santo Padre e il cardinale Bassetti, al ritorno dal pellegrinaggio sulla via della fuga della Sacra Famiglia (primi profughi, Maria e Giuseppe, che fuggivano a una persecuzione), alzerà una voce forte e chiara, che solleverà e mobiliterà le nostre coscienze, e ci rammenterà le parole evangeliche: “Ero straniero e mi avete accolto, ero affamato e mi avete nutrito, ero afflitto e mi avete consolato”. Questi sono i nostri valori che portiamo con noi: non seppelliamoci sotto l’egoismo, la paura e l’opportunismo.