La paura è una brutta bestia, non serve che sia fondata, basta che sia percepita. Trasforma le persone, le rende sospettose, egoiste, irascibili e vogliose di scaricare la loro rabbia, che nasce dai più svariati motivi, contro qualcuno. La paura non ha confini: si nutre di violenza, ladri, stupratori e delinquenti, ma anche della presenza di persone diverse da noi per lingua, razza e religione. La diversità, di caratteri somatici o di usi e costumi, diventa la prova della pericolosità, della tendenza a delinquere e del crimine. Allora non bastano più la prevenzione e la repressione da parte delle forze dell’ordine, serve una militanza civica che ripristini il principio dell’untore e ne chieda la schedatura, l’identificazione e poi la rimozione. Il problema è che i presunti untori sono tanti e di volta in volta si passa dal negro all’immigrato, al rom, ai tanti non uguali a noi a prescindere dalla nazionalità.
La paura, per essere tacitata, ha bisogno di essere nutrita e in questo vortice divora tutti i valori e i sentimenti, compresa la dignità. Si appropria dell’uomo e della donna che, mentre si commuovono per l’animale abbandonato o per il gattino sul tetto, si trasformano in anime tendenzialmente brute che pretendono la repressione indiscriminata dalle mele marce, tali per etnia o religione. Di fronte a questo pericolo, che abbiamo già visto e conosciuto, c’è il cinismo opportunista del barbaro Salvini che cavalca e alimenta l’onda, ben contento di poter sfruttare i fenomeni, ma non di governarli. L’onda diventa così sempre più alta fino a spazzare via umanità e civiltà. Altro che Vangelo e Rosario.
A Salvini, per ripulirsi la coscienza, non bastano gli annunci falsi, tipo “vedrò il papà”. Così come all’opinione pubblica non bastano, per stare in pace con se stessa, i mutismi imbarazzanti a cui si assiste in questi giorni. Il dovere di mantenere viva la memoria, il rispetto della Costituzione e la fede, per chi ce l’ha, ci impongono di prendere posizione con la parola e i fatti. Ci sono un’accoglienza sicura e una sicurezza certa che vanno garantite dallo Stato che vogliamo e dobbiamo sostenere, altra cosa è l’abominio della discriminazione e l’annichilimento della dignità dell’uomo. A questa vergogna dobbiamo opporci tutti senza se e senza ma.