“A me me pare che stà voja de governà, ce sta a ‘ncartà de brutto”. Firmato Vittorio Di Battista.
Dibba senior dà segni sempre più evidenti di insofferenza. Prima i dubbi espressi durante la fase di confronto tra Di Maio e Salvini che ha poi portato alla nascita del governo Conte, ora la sua indignazione per l’inchiesta sullo stadio della Roma che ha coinvolto anche personaggi eccellenti della galassia 5 Stelle (il presidente di Acea Luca Lanzarone il capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara).
“Lanzalone, Donnarumma, noti e ‘stimati’ manager dell’Italia democratica ed anti fascista – ha scritto Littorio su Facebook -. Nominati dai nostri e prima, nominati dai loro. Rivoluzione gentile un fiano! Il Paese è marcio. Diamo incarichi di prestigio, di responsabilità e di lauti stipendi a qualche ‘sconosciuto’ che non sia compromesso con i precedenti cialtroni.
Io, due nomi ce li avrei.
Uno è soprannominato ‘barbera’ per ovvi motivi, l’altro, per parità di genere, è una donna, seria lavoratrice di miti pretese ed è conosciuta sui lungotevere dove opera, come ‘Annarella spareme ‘n petto’. Meglio loro di tutti i gran commis di questo stato di ladri”.
Il giustizialismo e il moralismo di Dibba padre si sono meritati la reprimenda di qualche militante: “Vittorio, incomincio a non capirti, spari su tutti, scommetto non ti andrebbe bene nemmeno un certo Alessandro Di Battista, non puoi fare del male a tuo figlio e tuo nipote, noi dobbiamo lasciar avviare questo governo e incominciare a dare opinioni dopo almeno un anno, nessuno nasce con le scarpe ai piedi”.