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Home » Politica » Vignanello come Viterbo: è guerra tra i separati in casa Pd

Vignanello come Viterbo: è guerra tra i separati in casa Pd

5 Giugno 2018

Tra i due litiganti, si sa, è spesso il terzo a godere. E a Vignanello rischia di godere l’uomo del centrodestra Alberto Conti. La “guerra civile” dentro il Pd tra fioroniani e panunziani ha prodotto, così come a Viterbo, due candidature, quella del già sindaco Grattarola e quella dell’assessore uscente Enrico Gnisci. Trattandosi di un piccolo comune, nessuna delle due liste in campo, Vignanello nel cuore e Le cose in Comune, si fregerà del marchio ufficiale della casa dem, che nel capoluogo è invece appanaggio di Luisa Ciambella.

Ma in questa tornata elettorale le analogie tra Viterbo e Vignanello non finiscono qui. Come nella città dei papi, anche in quella cimina c’è un sindaco al primo mandato che ha deciso di fare un passo indietro, o se vogliamo di lato, per motivi personali (o presunti tali): lì Michelini, qui Vincenzo Grasselli. Come a Viterbo, anche a Vignanello il primo cittadino uscente ha passato il testimone a un elemento di spicco della giunta uscente: lì la vicesindaca Luisa Ciambella, rappresentante della maggioranza fioroniana, qui l’assessore alla cultura Enrico Gnisci, che appartiene alla minoranza panunziana. A Vignanello il candidato fioroniano è invece il già due volte sindaco Federico Grattarola, che di Luisa Ciambella è il consorte.

A spiegare la genesi della sua candidatura è lo stesso Grattarola: “Un paio di mesi fa – racconta – all’indomani della rinuncia di Grasselli, il partito, non sapendo come uscire dallo stallo vista anche la scadenza ravvicinata per la presentazione delle liste, mi ha chiesto se ero disponibile. E quando dico partito intendo tutto il partito, maggioranza e minoranza. Mi sono preso una decina di giorni di tempo per fare le mie valutazioni, per consultarmi con alcuni amici e per sondare il terreno. Alla fine ho accettato la proposta ed abbiamo iniziato subito a lavorare alla lista Vignanello nel cuore”.

Una lista civica, sottolinea Grattarola, composta da molte facce nuove: “A parte il segretario del circolo Mauro Pepe, di Tullio Stefanucci, storico esponente socialista, e dell’ex assessora Sabrina Sciarrini, tutti gli altri sono alla prima esperienza”.

Pochi giorni dopo la ri-discesa in campo di Grattarola si è materializzata però la candidatura alternativa di Gnisci, assessore alla cultura uscente e agente di polizia, sponsorizzato dallo stesso Grasselli (il cui fratello, Stefano, è candidato nella lista Le cose in Comune).

“A quel punto – continua Grattarola – ho scritto una lettera al direttivo del Pd in cui mi dichiaravo pronto a fare un passo indietro a favore di un candidato terzo. A Gnisci, per evitare spaccature, avevo anche proposto un posto di assessore nell’eventuale futura giunta. Sto ancora aspettando una risposta”. Per l’ex sindaco la candidatura di Gnisci va letta nel contesto provinciale: cioè nella guerra che la minoranza dem ha dichiarato alla maggioranza fioroniana.

Di tutt’altro avviso il candidato di Le cose in Comune, che dalla sua anche la “vecchia” sinistra, da Leu a Potere al popolo. “La rinuncia di Grasselli ha sicuramente spiazzato il centrosinistra – dice – anche in considerazione dei tempi strettissimi. Non c’è stata alcuna discussione sul nome di Grattarola, che è stato di fatto imposto. Una candidatura che una parte del Pd ha ritenuto poco solida. La mia non è affatto una candidatura contro qualcuno, ma una proposta civica ampia ed eterogenea”.

Una lista, Le cose in Comune, che si pone sì nel solco dell’amministrazione Grasselli ma rispetto alla quale vuole segnare anche una linea di discontinuità: “Porteremo avanti le tante cose buone fatte in questi anni e correggeremo invece quello che c’è da correggere: a cominciare dagli aspetti economici che hanno portato a penalizzare certi servizi primari, a cominciare dall’igiene urbana o dalla manutenzione delle strade”.

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