E’ stata di circa il 70% la partecipazione dei portalettere a tempo indeterminato della Tuscia allo sciopero dello scorso 25 maggio. Appena sei i dipendenti che quel giorno si sono presentati regolarmente sul posto di lavoro: “Un’adesione mai vista che fa capire la posizione dei lavoratori nei confronti di questo accordo”, affermano i portalettere autorganizzati della provincia, che anche per questo presenteranno ai candidati a sindaco di Viterbo un documento da sottoscrivere contro la nuova riorganizzazione di Poste e a difesa del servizio pubblico universale.
“Lo sciopero di venerdì 25 maggio – si legge in una nota – è stato un altro passaggio importante della mobilitazione dei portalettere di Poste italiane contro l’accordo sul recapito firmato dall’azienda con i sindacati nel febbraio scorso. Questa mobilitazione è destinata a crescere. I cambiamenti, o per meglio dire gli stravolgimenti, non sono destinati solo agli operatori del recapito ma a tutta la categoria: dal Bancoposta ai Cmp, indistintamente a tutti i lavoratori di Poste italiane”.
Sott’accusa il “costante taglio di posti di lavoro, gli aumenti dei carichi lavorativi e il ricorso a giovani lavoratori precari utilizzati senza prospettive future. Misure che “la dicono lunga su quelli che sono i fini aziendali, indirizzati verso un unico obiettivo: il profitto. Noi come lavoratori e utenti nel contempo chiamiamo i cittadini a rivendicare insieme a noi la qualità e il servizio pubblico.
La lotta a difesa dei posti di lavoro è legata alla qualità del servizio, e dovremo difenderli entrambi creando un fronte comune, perché il servizio postale come la sanità, la scuola, i trasporti, l’assistenza, sono un bene comune e una conquista sociale”.
“Come portalettere autorganizzati di Viterbo e provincia – si conclude la nota – cercheremo di coinvolgere sempre più i colleghi, le amministrazioni locali, i cittadini e seguiremo tutte le iniziative che verranno avviate a livello nazionale anche nei confronti del nuovo governo”.