L’Università della Tuscia segna un altro grande successo nella ricerca. Il progetto “Biofeedstock”, di cui il Dipartimento di economia, ingegneria, società e impresa è partner, è risultato al primo posto nella valutazione tecnico-scientifica delle domande presentate nell’ambito del bando del Miur per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nell’area di specializzazione dell’energia. Il progetto, coordinato dall’Università degli studi di Napoli Federico II, si avvale di una compagine mista costituita da soggetti privati ed enti di ricerca pubblici.
L’oggetto della ricerca, che avrà una durata di 30 mesi, consiste nella valorizzazione delle biomasse residuali in processi di bioraffinazione finalizzati alla produzione di “biocombustibili sostenibili” e bio-chemicals. Il progetto integra attività di studio, di ricerca sperimentale e di dimostrazione industriale ed ha l’obiettivo di sviluppare conoscenze, metodologie e know-how specifici per contribuire all’abbattimento delle barriere di tipo logistico, tecnologico e culturale per l’inserimento delle biomasse residuali in schemi avanzati di trasformazione e valorizzazione coerenti con i principi dell’economia circolare.
Le attività dell’Università della Tuscia riguardano la sperimentazione di filiere produttive di biodiesel da biomasse lignocellulosiche mediante lieviti oleaginosi. Tale attività sarà facilitata dall’afferenza dell’Università della Tuscia al Centro interuniversitario di ricerca sull’inquinamento e sull’ambiente di Perugia. In particolare, le attività di ricerca saranno condotte in collaborazione con il Centro di ricerca sulle biomasse, con il quale è attiva da oltre un anno una collaborazione.