La brutta piega presa dagli eventi politici a livello nazionale è destinata a sconvolgere tutte le trame che stavano tessendo molti politici locali.
Nel Pd, in particolare, il ritorno alle urne entro pochi mesi ha già prodotto a Roma, come dimostrano ad esempio le dichiarazioni rilasciate ieri da Dario Franceschini, l’effetto di ricompattare per il momento il partito, il che significa che molto probabilmente Matteo Renzi resterà segretario e in campagna elettorale sarà presentato come candidato a premier Paolo Gentiloni. A Viterbo tutto ciò va a rovinare i piani di quanti (area ex Ds), sotto la copertura di Zingaretti, stavano lavorando nella certezza che si sarebbe consumata presto una spaccatura, come dimostra la candidatura a sindaco di Francesco Serra sostenuta dal consigliere regionale Enrico Panunzi e dall’ex deputato Alessandro Mazzoli. Il primo avrebbe addirittura parlato alla platea dei sostenitori del medico, mentre il secondo è stato visto fargli volantinaggio. In altri termini, mettendosi fuori dal Pd prima del tempo, poiché non avevano messo in conto questo nuovo scenario, tutte queste persone si ritrovano adesso con un bel cerino in mano che non sarà facile spegnere e di cui non riusciranno verosimilmente a liberarsi quando si tratterà di decidere le prossime candidature.
Uno stesso, identico, cerino resta in mano a Nicola Zingaretti, che, a causa dei mutati equilibri, non solo, come sperava, non potrà più ambire alla segreteria del partito dopo l’uscita di Renzi che sarebbe avvenuta in funzione di una nuova formazione di centro, ma potrebbe addirittura rischiare di andare a casa dal momento che non ha una maggioranza autonoma alla Pisana. Oltretutto, con tutte le polemiche che stanno montando i grillini contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è anche improbabile credere che il governatore possa continuare ancora a lungo a godere del’appoggio del Movimento 5 stelle.
Ricapitolando: gli ex Ds, con la candidatura di Francesco Serra, si stavano preparando ad uno scenario che prevedeva la spaccatura del Pd, da un lato Renzi che avrebbe dato vita a un nuovo soggetto politico, portandosi dietro i renziani viterbesi, ossia Fioroni; dall’altro gli ex Ds. Ora però non sarà più così perché a Roma è stato deciso di sotterrare le asce di guerra. Dunque, avevano fatto i conti senza l’oste, il quale adesso il conto lo presenterà necessariamente a loro.