Un mese fa erano stati gli insulti al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, ricoverato in ospedale per un intervento all’aorta, a far scattare, da parte della polizia postale, controlli in tutta Italia e anche a Viterbo sugli insulti e gli auspici di morte apparsi su Facebook nei commenti alla notizia da parte dei soliti haters.
Ora, come era prevedibile, il bersaglio “immobile” da domenica sera è diventato invece il successore di Napolitano al Quirinale, Sergio Mattarella, colpevole, agli occhi dei sostenitori di Salvini e Di Maio (ma anche di Giorgia Meloni), di aver fatto naufragare il “governo del cambiamento” con il veto nei confronti di Savona.
Se alcuni big viterbesi come Mauro Rotelli (Fratelli d’Italia ed Enrico Contardo (Lega), hanno usato parole forti, chiedendo in particolare il primo l’impeachment per il capo dello Stato, ma senza oltrepassare i limiti del vilipendio, altri invece quei limiti li hanno abbondantemente oltrepassati. Tanto da costringere qualche tenutario di bacheche a cancellare i propri post vista la piega pericolosa che la discussione stava iniziando a prendere.
Sono almeno otto, come riportano alcuni organi di stampa nazione, le pagine di minacce e insulti contro Mattarella travate sul web da domenica sera. “Dovremmo fargli fare la fine del pezzo di merda del fratello”. “Mattarella deve morire”. Questo il tenore di molti dei messaggi che circolano su Facebook.
Di qui il monitoraggio su siti internet e social avviato dalla Polizia postale con l’obiettivo di segnalare all’autorità giudiziaria tutti quei comportamenti e dichiarazioni contro il presidente della Repubblica in cui si configurino reati perseguibili d’ufficio. Anche il web viterbese è sorvegliato speciale.