Ora che il figlio sta per partire alla scoperta dell’America, ora che Luigi Di Maio è ormai “irregimentato” nel nuovo governo carioca, ora che Beppe Grillo è tornato a fare il comico, il ruolo di front man del M5S se lo sta ritagliando lui: Vittorio Di Battista. A colpi di sparate su Facebook.
I giornaloni e i giornalini nazionali per tastare gli umori pentastellati ormai compulsano ossessivamente il suo profilo. L’ultima intemerata Littorio l’ha rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, colpevole, almeno fino a stamattina, di voler prendere tempo prima di affidare l’incarico di premier a Giuseppe Conte.
“I dolori di mister Allegria”, il titolo del post di Dibba padre dedicato all’inquilino del Quirinale, che è finito anche all’interno della MaratonaMentana su LA 7. Littorio ha evocato tumulti in stile presa della Bastiglia per mettere in guardia Mattarella.
“E’ il papà di tutti noi. E’ quello che si preoccupa di varare un governo.
E’ quello che ha avallato la legge elettorale che impedisce di varare un governo.
Poveretto, quanto lo capisco. In più ci si mettono le fianate sul cv di Giuseppe Conte, le perdite in Borsa e la irresistibile ascesa dello spread. Poveretto, quanto lo capisco.
Lo capisco e per questo, mi permetto di dargli un consiglio, un consiglio a costo zero.
Vada a rileggere le vicende della Bastiglia, ma quelle successive alla presa.
Quando il Popolo di Parigi assaltò e distrusse quel gran palazzone, simbolo della perfidia del potere, rimasero gli enosrmi cumoli di macerie che, vendute successivamente, arricchirono un mastro di provincia.
Ecco, il Quirinale è più di una Bastiglia, ha quadri, arazzi, tappeti e statue,
Se il popolo incazzato dovesse assaltarlo, altro che mattoni.
Arricchirebbe di democrazia questo povero paese e ridarebbe fiato alle finanze stremate.
Forza, mister Allegria, fai il tuo dovere e non avrai seccature”.
Per la cronaca, nel tardo pomeriggio Mattarella è sceso a più miti consigli e ha affidato l’incarico a Conte. Hai visto mai che Fascio Vittorio marciasse su Roma insieme ai suoi follower per fare del Quirinale un bivacco di manipoli.