Al di là di come andranno a finire le cose, al dì là cioè del numero delle liste – una, due, tre o anche di più – il centrodestra esce a pezzi da questa “fantastica” storia della scelta del candidato a sindaco. E c’è da immaginare che lo spettacolo non sia passato inosservato agli occhi degli elettori, ma questo lo vedremo con precisione l’11 giugno. Per il momento si può solo supporre, stando alle sensazioni che si percepiscono tra la gente, che qualcuno si avvantaggerà non poco di tutto ciò, se è vero, come sembra, che tra l’elettorato tradizionalmente di centrodestra stia prendendo abbastanza piede Chiara Frontini. Potrebbe essere lei la vera sorpresa di questa tornata elettorale e in fondo è innegabile che abbia svolto un gran lavoro, iniziando la campagna con largo anticipo e andando tra la gente mentre gli altri si prendevano a schiaffi infischiandosene allegramente delle idee e dei programmi con cui presentarsi davanti ai cittadini.
Ma il centrodestra esce a pezzi anche per altri motivi, di ordine, se vogliamo, più politico.
1) Ammesso che alla fine vadano tutti compatti attorno al nome di Alessandro Usai, ve l’immaginate una coalizione che parte così? Ve l’immaginate l'”armonia” che regnerà nella sala d’Ercole di Palazzo dei Priori. Ve l’immaginate i grandiosi progetti per lo sviluppo di Viterbo che potranno prendere vita nelle teste di chi sarà in tutt’altre faccende affaccendato? Se ne vedranno delle belle: altro che le guerre viste in questi anni in seno all’amministrazione Michelini o quelle che, precedentemente, decretarono la sconfitta di Giulio Marini.
2) Ancora una volta le decisioni anziché essere prese sul e dal territorio sono state delegate a Roma. E’ una cosa normale? Vi sembra normale che uno si svegli una mattina – senza voler con ciò nulla togliere ad Alessandro Usai – e si candidi per grazia ricevuta dall’alto? Vi sembra normale che una comunità non riesca ad autodeterminarsi?
3) Alessandro Usai. Brava persona, degnissima, ci mancherebbe. Ma bravi come lui quanti altri giovani o meno giovani ci stanno a Viterbo? Sì, ma è famoso, ribattono molti, nel senso che fa il giornalista a Mediaset… bene allora siamo apposto. Siamo apposto – e lo ribadiamo: è un ragionamento di principio e non contro Usai – se la politica dei mezzi busto, dopo aver spopolato a livello centrale, arriva fino ai Comuni, cioè alle trincee, luoghi che per definizione dovrebbero essere governati da chi ne conosce gli anfratti più nascosti. Siamo apposto se per avere ragione basta mostrare i muscoli come sta facendo la Lega.