La polizia postale ha aperto un’indagine sugli auspici di morte e sugli insulti pesantissimi di cui è vittima il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano da quando è stato sottoposto, due giorni fa, a un delicatissimo intervento chirurgico all’aorta presso l’ospedale San Camillo di Roma.
Ad annunciare il provvedimento, “attivato nei termini di legge” – e che riguarda peraltro anche alcuni utenti della provincia di Viterbo – è stato il capo della polizia Franco Gabrielli di ritorno da Bruxelles. Il suo intervento era stato sollecitato dal deputato del Pd Michele Anzaldi, che domenica gli aveva inviato una lettera per richiedere “di verificare la presenza di eventuali reati in quei macabri auspici”, nonché di attivare le procedure di rimozione dei commenti su social.
“Il presidente emerito Giorgio Napolitano – aveva scritto Anzadi nella lettera a Gabrielli – sta affrontando in queste ore una difficilissima condizione che riguarda la sua salute. Purtroppo, l’imbarbarimento della nostra società fa registrare su social e siti insulti e auspici di morte. Siamo ben al di là di ogni più estesa interpretazione dell’inviolabile principio di libertà di espressione. Commenti inumani che cadono tra l’altro in una giornata simbolo della nostra democrazia e che sono stati ripresi dagli organi di informazioni. Per il barbaro linguaggio usato andrebbero quanto meno rimossi. Purtroppo, invece, la rete appare una sorta di zone franca dove tutto appare lecito. Non è difficile immaginare che quella stesse affermazioni pronunciate de visu avrebbero per la legge ben altra valenza e ben altre conseguenze”.