Gianluca De Dominicis, finito nel mirino di molti attivisti del Movimento 5 Stelle, di cui alcuni preoccupati per la sua eventuale nomina ad assessore nella remota ipotesi di vittoria il 10 giugno, rompe gli indugi e annuncia che lui non ha nessuna intenzione di fare l’assessore. Una rinuncia a ben guardare alquanto semplice da fare, visto che allo stato attuale le chance dei grillini di arrivare alla guida di Palazzo dei Priori sembrano alquanto scarse. Ma tant’è.
“Gli assessori – dice il consigliere comunale uscente – sono figure importanti per un’amministrazione. Sono il tramite tra gli indirizzi politici del sindaco e del Consiglio e la parte amministrativa di un Comune. Devono quindi condividere le linee politiche del sindaco e della sua maggioranza e soprattutto avere le necessarie competenze e professionalità. Non devono essere scelte politiche. Per questi motivi non riterrei opportuna una mia nomina per qualsivoglia assessorato, né ci è mai passata per il cervello una tale possibilità. Ciò mi risulta sia stato anche spiegato a chi invece avrebbe indicato la possibilità di un posto a me riservato in una eventuale amministrazione pentastellata a Viterbo. Chiarito l’equivoco proseguirò ad apportare il mio modesto contributo al meraviglioso progetto del Movimento 5 Stelle: fino a giugno come portavoce in Consiglio e dopo come attivista del gruppo”.
De Dominicis ritorna infine anche sulla proposta di abolire i gettoni di presenza per i consiglieri comunali: “La politica – afferma – deve essere vista come un impegno di volontariato civico. Il gettone di presenza non è uno stipendio, dato l’esiguo importo, ma la somma delle spese per i gettoni ammonta complessivamente a più di 80.000 euro l’anno. Il Movimento 5 Stelle di Viterbo ha deciso che destinerà questi soldi al sociale per aiutare i viterbesi in difficoltà. Non un gesto demagogico, ma una realtà già in atto in tanti Comuni dove amministriamo e dove le spese per la politica vengono destinate a iniziative per i cittadini. A qualcuno non piace… E ci credo! Si parte dai gettoni di presenza e si arriva a vitalizi e stipendi parlamentari”.