Sulla questione arsenico, di cui quasi tutti i giorni si occupano le cronache a causa dei valori oltre la norma che vengono rilevati dalla Asl, si impongono delle riflessioni. Innanzitutto una domanda: com’è possibile che con tutti i soldi che sono stati spesi dalla Regione per l’acquisto, l’installazione e la manutenzione dei depuratori si verifichino ancora situazioni fuori controllo?
La fase di rodaggio degli impianti, dal momento che è ormai è già passato qualche annetto dalla loro messa in opera, doveva essere stata superata da un bel po’ e invece niente. Un giorno le concentrazioni nell’acqua potabile sono giuste, il giorno dopo sono sballate. La circostanza non sta passando inosservata a quei Comuni a cui il prefetto ha intimato di entrare in Talete, anche perché i loro residenti ben presto si troveranno costretti a pagare bollette ben più salate di quelle attuali.
Cosa ha fatto e cosa sta facendo dunque la Talete per correre ai ripari? Perché non si è riusciti ancora a trovare una soluzione definitiva in base alla quale gli abitanti della Tuscia possano dormire sonni tranquilli? Eppure, come detto, di soldi ne sono stati spesi parecchi. Sono stati impiegati male? Sia per l’acquisto dei macchinari che per la loro manutenzione si poteva fare meglio? Al punto in cui siamo arrivati è di tutta evidenza che la Talete debba una volta per tutte rispondere dettagliatamente a tutti questi quesiti.