Sembrano già tramontare i giorni della “politica creativa” che tanto avevano appassionato le menti “ragionanti” del Partito democratico provinciale. Le dimissioni del Presidente dell’assemblea provinciale, Luisa Ciambella, contestualmente a quelle del vice segretario Tiziana Lagrimino e unite a quelle di Sonia Per tolgono argomenti a quanti, in queste settimane, trascorrevano le ore a studiare e divulgare strategie di reggenze e reggenti varie.
La strada per il Partito democratico provinciale è ormai tracciata verso il commissariamento. La segreteria regionale, sostenuta da quel che rimane del partito nazionale dovrà raccogliere i cocci della federazione Viterbese nominando, con molta probabilità, un commissario che guiderà il Pd della Tuscia fino al prossimo congresso.
I nodi che hanno dilaniato il Pd viterbese vengono riassunti con estrema chiarezza e lucidità nelle lettere con le quali Luisa Ciambella e Tiziana Lagrimino hanno rassegnato le loro dimissioni.
Le Dimissioni di Luisa Ciambella
In questo breve periodo alla guida dell’assemblea provinciale, ho cercato in ogni modo, con i limiti che ciascuno di noi ha, di favorire una ripresa di rapporti unitari nel partito, che nel suo complesso non aveva mai accettato la nostra vittoria congressuale. Dopo le elezioni, il segretario provinciale Andrea Egidi come segno di disponibilità e di responsabilità ha rassegnato le sue dimissioni. Un atto non dovuto perché il PD della Tuscia è risultato il primo del Lazio, frutto di una competizione franca e leale.
Un risultato, quello delle regionali a Viterbo, che ha sicuramente contribuito in maniera significativa alla vittoria del Presidente Zingaretti che è stata di stretta misura. Purtroppo non c’è stato neanche il tempo di rivendicare questo risultato e di costruire le ragioni di una ripartenza perché il quadro di conflittualità reciproca non è migliorato, anzi si è generata solamente una costante richiesta di azzeramento del gruppo dirigente all’insegna del “guai ai vinti” a cui con onestà hanno fatto seguito altri atteggiamenti altrettanto divisivi e divaricanti. L’occasione di ricostruire l’unità e il rilancio del PD viterbese con il contributo illuminato del Presidente Zingaretti si è persa, acuendo ulteriormente i conflitti e rischiando di portare il PD provinciale all’implosione.
Sento su di me forte alla vigilia delle elezioni amministrative la responsabilità di evitare tutto questo ma ritengo che per favorire questo processo che dia al PD viterbese la forza non di voltare pagina ma di cambiare libro occorre un autorevole contributo esterno come fatto in tante altre province italiane. Per questo mi dimetto da Presidente dell’assemblea in maniera irrevocabile e confido che il partito nazionale, secondo i dettami statutari, intervenga per ricostruire l’unità del partito provinciale su valori chiari e prospettive condivise.
Le Dimissioni di Tiziana Lagrimino
Caro presidente, ho riflettuto a lungo prima di scrivere questa lettera ma il mio senso etico e di responsabilità mi impongono di farlo. Ho lavorato per provare ad unire il partito dal giorno dopo del congresso, dove la vittoria congressuale dell’area Renzi non era mai stata accettata dall’intero partito.
Ho costituito un comitato unitario per la gestione delle elezioni politiche e regionali, con difficoltà enormi soprattutto per la scarsa attenzione di molti alle elezioni politiche che a mio avviso dovevano, invece, essere l’obiettivo fondamentale. I risultati hanno abbondantemente dimostrato che lo sforzo per le elezioni di Camera e Senato non è stato né omogeneo né corale.
Il risultato buono delle elezioni regionali, frutto di una lista competitiva e rappresentativa di tutte le sensibilità del partito, con la designazione a capolista del consigliere regionale uscente, non facente parte della maggioranza del partito, ha affidato al Pd della Tuscia il primo risultato del Lazio. Purtroppo tutto questo ha generato soltanto una costante richiesta di azzeramento del gruppo dirigente con toni aspri e livorosi.
Nonostante le dimissioni spontanee del segretario provinciale Andrea Egidi, il clima non è migliorato, anzi si sono registrati atteggiamenti e scelte romane che pur riguardando il nostro territorio hanno completamente escluso un confronto con il primo Pd del Lazio e hanno ulteriormente messo a rischio di implosione il partito.
Le recenti dimissioni del presidente dell’assemblea Luisa Ciambella e del Tesoriere Sonia Perà di cui ho preso atto, condividendone lo spirito, mi hanno convinto a rendere le mie irrevocabili dimissioni poiché ritengo di non poter continuare a lavorare per una unità che necessita a mio avviso di un intervento nazionale che consenta di rigenerare e ricostruire il Pd su basi nuove e su una prospettiva che apra gli orizzonti, che costruisca un’ alternativa al governo del Movimento 5 Stelle e della Lega e che superi i modelli di una sinistra datata.
D’altronde quel modello di sinistra anche a Viterbo da molti sostenuta, in modo più o meno velato, ha evidenziato un risultato elettorale fallimentare che non rappresenta di certo il futuro che vogliamo costruire.