Cari amanti del “sugo in scatola”, il futuro della “Carbonara” è l’America. Dopo mesi di smantellamenti con il primo di aprile ha chiuso definitivamente dopo 30 anni ‘Casa Buitoni’, il centro ricerche della storica industria alimentare italiana che finora ha avuto sede in Villa Fratti di Sansepolcro (Arezzo).
Il centro è ufficialmente e formalmente chiuso dall’1 aprile ma i macchinari erano già stati trasferiti dalla multinazionale Nestlé, proprietaria della Buitoni, negli Stati Uniti. Per i dipendenti che si occupavano del centro ricerca si è arrivati ad una risoluzione consensuale, mentre alcuni hanno accettato il trasferimento in Italia o all’estero. La nuova base per lo studio delle ricette di preparati e sughi a marchio Buitoni sarà a Solon, in Ohio.
Considerata la data poteva apparire uno scherzo, ma invece è l’amara realtà. Non solo per i dipendenti, ma anche per il made in italy e per la tradizione “pastaiola” dello stivale. Buitoni è un marchio storico della pasta italiana e, va precisato, il reparto che sforna spaghetti, tagliatelle e fette biscottate non fa più riferimento a Nestlé dal 2008.
Al colosso alimentare svizzero appartengono le produzioni di surgelati, salse e sughi in scatola. Proprio quelli che venivano sperimentati, testati e approvati per il lancio commerciale a Villa Fratti di Sansepolcro, storica città della famiglia Buitoni.
Ora tutto questo avverrà in America. Lontano dalla terra di cui quei sughi prenderanno il nome e che, comunque, rappresenteranno l’Italia nel mondo. Insomma, la prossima carbonara Buitoni, nascerà nella terra degli hot dog.
Ma in fin dei conti l’operazione America della Nestlé apre un nuovo confine della globalizzazione: quello di separare la pasta dal sugo.
Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo!