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Home » Tempo Libero » Da virtuale a reale, al Palazzo dei Sette la mostra fotografica “Imago Dignitatis”

Da virtuale a reale, al Palazzo dei Sette la mostra fotografica “Imago Dignitatis”

5 Aprile 2022

I primi tre progetti fotografici esposti nella galleria virtuale proposta dal sito www.imagodignitatis.org, da sabato 9 – inaugurazione alle 17 – a lunedì 18 aprile si trasformano in una mostra reale nell’Atrio del Palazzo dei Sette, grazie alla collaborazione tra Dignity No Profit People Onlus e Cittaslow International, con il patrocinio di Comune di Orvieto, FIOF e Sarda S.p.A. e il contributo della Cantina Castello di Corbara. L’esposizione propone i tre progetti che, da novembre 2021, hanno avviato la coinvolgente narrazione/riflessione sulla dignità, immaginata e interpretata da giovani fotografi italiani: “Hic sunt Leones” di Vania Broccoli, “Jacopo” di Marco Ponzianelli e “Arlene” di Clara Vannucci.

In occasione della mostra – che resterà aperta dalle 9.30 alle 19 – verrà, inoltre, presentata un’anteprima dello sviluppo presente e futuro del progetto, che vedrà la piattaforma web realizzata da “Dignity No Profit People Onlu”s grazie ai fondi 8xMille Chiesa Valdese, arricchirsi degli interessanti progetti di altri nove giovani fotografi. La riflessione sulla dignità è ampia, innovativa, coinvolgente e, un mese dopo l’altro, continuerà a svilupparsi fino a novembre 2022.

Imago Dignitatis. Vedere la dignità per darci futuro
La dignità, ebbene sì, la dignità. Una di quelle parole che ancora non è stata erosa nei suoi significati profondi come altre, altrettanto importanti,  ad esempio libertà… Dignità non è solo una parola che il presidente della Repubblica pronuncia diciotto volte nel suo discorso di fine d’anno, ricordando Lorenzo Parelli, le donne uccise, le povertà, i migranti, il razzismo, le carceri, le mafie, le morti sul lavoro…, non è solo una raccomandazione permanente effettiva  di questo papa, Francesco sopra a tutti,…:  “Per l’umanità – ipse dixit il 21 di gennaio scorso, ovvero un mese prima della guerra – la strada principale resta quella del riconoscimento della dignità di ogni persona umana. Nella nostra epoca cresce la tentazione di considerare l’altro come estraneo o nemico, negandogli una reale dignità”.

Anche la nostra tanto bistrattata o ignorata o elusa Costituzione lo dice a chiare lettere agli artt. 2, 27 e 32. “Nostro compito –  prescrive la Costituzione – è rimuovere gli ostacoli. Accanto alla dimensione sociale della dignità, c’è un suo significato etico e culturale che riguarda il valore delle persone e chiama in causa l’intera società (…). La pari dignità sociale – spiega bene Mattarella – è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno di ogni prospettiva di crescita”. Non c’è futuro senza dignità per tutti, lo avremmo potuto dovuto vedere prima a Srebrenica o in Sudan come nei sessant’anni di guerre in Africa (“ma dov’è costei?”), in Palestina o in Iraq, a Kabul come ad Aleppo…, nel mare di Lampedusa o in Myanmar, il genocidio dei Rohingya o la strage a Kayah. Non c’era bisogno del Donbass o del teatro d’arte drammatica (sic!) di Mariupol, bastava non girarsi dall’altra parte.

Ed è così che due tra le numerose forze costruttrici di pace, Dignity associazione onlus che opera in Italia e in Mozambico, e Cittaslow International con base a Orvieto, da lunghi anni si è sviluppata una larga e proficua collaborazione. Nel 2021 nasce l’idea progetto di Dignity per dare forma alla dignità seguendo l’occhio di 12 giovani fotografi italiani. Evidentemente il tema era già estremamente attuale, anche prima dell’orrore di una ennesima guerra tra le tante. Scatti d’autore per sorpassare noi stessi e la quotidianità imbambolata che porta spesso alla miopia. Una mostra fotografica come occasione per vedere oltre e accorgerci di noi stessi e soprattutto degli altri attraverso i percorsi fotografici di straordinari professionisti dell’immagine, un modo per andare oltre i nostri  touchscreen da tasca e poter (finalmente) vedere, non solo distrattamente guardare.
(Pier Giorgio Oliveti)

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