La Regione Lazio, dopo aver disertato gli appuntamenti in Sogin dei mesi scorsi, sembra aver preso coscienza della gravità che rappresenterebbe per la Tuscia il deposito delle scorie nucleari e appoggia la battaglia degli amministratori locali e dei comitati. Così pare a giudicare dalla presenza, oggi nella sala conferenze della Provincia, dell’assessore regionale Massimiliano Valeriani per partecipare a un incontro con tutti i rappresentanti del territorio volto ad organizzare forme di opposizione al progetto. Conclusa la fase delle osservazioni, Sogin sta infatti per circoscrivere ancora di più le aree idonee e la Tuscia, già inserita con oltre 20 siti siti nel primo elenco, rischia grosso.
L’appuntamento è alle 11 sia in presenza che in modalità telematica tramite il link: https://us02web. zoom.us/j/82501614012?pwd=ZFRHMitGSEMyWVAzMlp6ejk5ZzBBUT09.
“Sarà l’occasione – spiegano il presidente Alessandro Romoli e l’assessore Massimiliano Valeriani – per condividere le motivazioni di opposizione ai contenuti della proposta di Sogin, che, per le eccessive e sproporzionate ricadute ambientali e socio-economiche che deriverebbero dalla localizzazione del deposito nei territori viterbesi, trovano una ferma e determinata opposizione da parte delle amministrazioni. Sarà anche l’occasione per pianificare in maniera partecipata e condivisa le ulteriori azioni necessarie e opportune”.
Vedremo. Nel frattempo, si ricorda che in provincia di Viterbo si trovano ben 22 delle 67 aree censite su tutto il territorio nazionale. Tra le criticità sollevate per dire no al progetto, le associazioni puntano il dito contro la decisione di Sogin di inserire all’interno dello stesso deposito nazionale tutte le tipologie di rifiuti radioattivi, sia quelle a bassa che quelle a media ed alta attività. Ciò viola le linee guida che impongono, per i rifiuti ad alta e media attività, lo stoccaggio e lo smaltimento in depositi geologici di profondità.