Finalmente una buona notizia: Francesco Serra ha detto che non si candida più. E’ una buona notizia perché, se manterrà la parola, finirà il connubio politica-sanità e forse, si spera, alle prossime elezioni non ci saranno più, come accaduto nel 2018, le liste della Asl. Basta dunque (speriamo) con le inopportune coincidenze tra candidature e promozioni, incarichi e assunzioni in sanità. Chissà, forse i fatti di Latina hanno insegnato qualcosa. Da parte nostra vigileremo.
Sempre Serra anticipa l’accordo, alle comunali, tra il Pd e Forza Italia. Non solo: da grande esperto di politica qual è, prevede pure che lo stesso accordo avverrà a livello nazionale, per cui ci aspettiamo che lui adesso firmi per Berlusconi al Quirinale.
Tutto normale per il “sinistro” Serra. Normale aver di fatto governato assieme a Forza Italia in questi tre anni di amministrazione Arena. Normale averlo fatto anche insieme al M5S. Normale per lui, ma non per noi però: con il “Serra pensiero” arriviamo infatti all’apoteosi della politica senza valori e ideali e alla sublimazione della cogestione. Quella cogestione che lo portò, in Consiglio comunale, ad aggredire la Ciambella che si opponeva alla gestione di Talete e alle politiche sui rifiuti.
Non c’è che dire: un vero fulgido esempio di opposizione, Serra, contro chi denunciava danni per i cittadini viterbesi. Un campione di opposizione responsabile, così responsabile da non trovarne traccia neanche nascosta nelle nebbie delle assenze e dell’inciucio. Serra dalla sinistra all’inciucio: strana la politica. La sua è la parabola discendente di un astro mai sorto, di una speranza mai nata. I patti vanno rispettati e se li fai con il diavolo, dice la credenza popolare, perdi l’anima e il cuore. Ne sarà valsa la pena? Giudicate voi.