Cosa lega il Pd(s) a Forza Italia? Cosa cementa l’asse Panunzi-Battistoni? Quale politica? Quali valori? Quali progetti?
Dopo l’intesa stretta per le provinciali, che, spaccando il centrodestra, ha determinato la caduta del Comune, siamo andati a cercare proprio questi punti di tangenza. Li abbiamo trovati analizzando i fatti accaduti in questi anni, soffermandoci in modo particolare sull’ambiente e sui rifiuti.
Non si può non partire dal numero crescente di biodigestori e piattaforme per rifiuti tossici e non: impianti che superano in modo abnorme i fabbisogni della nostra provincia. E poi la discarica di Monterazzano, sempre più grande (in altezza e non) perché trasformata in pattumiera del Lazio.
Arriviamo quindi ai siti individuati nella Tuscia per la costruzione del deposito dei rifiuti radioattivi. La provincia di Viterbo è quella che paga il prezzo più alto, nel silenzio della Regione, che non si è presentata nelle settimane scorse alla conferenza di Sogin in cui sono state illustrate le osservazioni di contrarietà degli enti locali, e nel silenzio, imbarazzante e di comodo, del Comune di Viterbo e della Provincia. In tutto ciò è incredibile il gioco delle parti abilmente orchestrato e fatto da chi non protesta o protesta fintamente. Gli stessi che invece si sono sempre mostrati uniti nel criticare e accusare chi alzava la voce citando atti, comportamenti e omissioni: la consigliera comunale Luisa Ciambella.
Pale eoliche e fotovoltaico: partendo dal presupposto che nessuno è contro le energie alternative, non si capisce perché la Tuscia sia diventata in Italia la provincia che ospita il più alto numero di impianti, anche in questo caso ben oltre il fabbisogno locale. Tutto ciò, nel silenzio del Comune di Viterbo e della Provincia, è avvenuto e avviene consumando suolo agricolo, danneggiando le produzioni e le zone di pregio come Ferento. Nessuno ha voluto proporre l’installazione dei pannelli ad esempio sui tetti industriali o in aree non importanti per le colture e la storia della nostra terra. Perché? Anche qui solito balletto dell’asse Comune-Provincia, ossia Battistoni-Panunzi, tra omissioni, rinvii e assenze alle conferenze di servizio. Tutti uniti però ad attaccare chi denunciava, cioè sempre Luisa Ciambella.
Che dire poi dei fitofarmaci e della monocoltura delle nocciole che danneggia la biodiversità? E della gestione dell’acqua, finita al centro di servizi giornalistici nazionali? Come al solito, a denunciare è stata solo la Ciambella. Su Talete l’assonanza tra Pd e FI ha raggiunto il massimo ed è andata avanti nonostante i riflettori accesi dalla Corte dei conti. Emblematica la storia dei dearsenificatori, che nonostante gli alti costi forniscono acqua non sempre potabile, tant’è che ormai in provincia di Viterbo l’acqua da bere la gente deve comprarla al supermercato. Sempre su Talete ignorate tutte le denunce, ovviamente della Ciambella, su assunzioni e affidamenti.
Non si può non citare poi la sanità. Altro terreno fertile per la politica locale, ma i risultati, come certificano le classifiche ad esempio del Sole 24 Ore, sono sotto gli occhi di tutti. A Viterbo il sistema della salute è agli ultimi posti in Italia.
E’ questo che abbiamo citato il vero programma dell’asse Pd-FI, realizzato in sintonia tra presidente della Provincia Pd e sindaco di Viterbo FI. Tutto si è palesato ancora meglio con l’elezione di Romoli a presidente della Provincia e la non sfiducia ad Arena da parte del Pd(s) in Consiglio comunale e dei sudditi dello stesso Pd(s): Movimento 5 Stelle e Azione. Certamente quella che emerge non è la politica per il bene comune, ma fortunatamente oggi si potrà cambiare.