Secondo uno studio del 2016 realizzato dal Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio, e pubblicato dall’International Journal of Epidemiology, vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5% con maggiori conseguenze sui bambini. E’ per questo, viste le “disavventure” della discarica di Monterazzano, dove vengono spediti rifiuti da tutto il lazio, che la consigliera comunale del Partito democratico Luisa Ciambella ha scritto una lettera aperta al sindaco Giovanni Arena.
Caro sindaco, mi spiace doverla disturbare mentre è alle prese con la sua angosciante riflessione su chi votare come presidente della Provincia il prossimo 18 dicembre. Tuttavia, è indispensabile che lei intervenga per provare a colmare il suo enorme ritardo e le sue colpevoli omissioni che condivide con il presidente della Provincia, Pietro Nocchi, e con l’assessore all’ambiente, Giulio Marini, sui temi ambientali che riguardano la nostra terra.
Più volte mi sono trovata a sollecitarla a dare risposte sulla salute pubblica nella nostra città e nella nostra provincia. Ora, dopo le proteste di tanti comitati, sono a chiederle di inviare a tutti i consiglieri comunali copia dello studio commissionato dalla Regione Lazio (pubblicato con estremo e colpevole ritardo) circa lo stato di salute di coloro che risiedono in prossimità delle discariche laziali. Lo studio, le cui risultanze sono state rese note solo qualche giorno fa, sta destando proteste e sdegno da parte di tanti. Esso si conclude con i dati del 2008 e stando al resoconto dell’ufficio stampa del Consiglio regionale del Lazio “vivere a meno di 5 chilometri da una discarica aumenta il rischio di cancro ai polmoni del 34%, mentre il rischio di ricovero in ospedale per malattie respiratorie sale del 5% con maggiori conseguenze sui bambini. Eppure, da cinque anni questi risultati allarmanti non hanno prodotto azioni di contrasto da parte delle istituzioni preposte”.
Nel nostro caso, vista la vostra colpevole inerzia nel ricevere i rifiuti e nel trasformarci nella pattumiera del Lazio, non è azzardato immaginare che la situazione non sia migliorata dal 2008. Questi dati sono alquanto preoccupanti ed allarmanti ed è quindi indispensabile che lei convochi un Consiglio comunale aperto ai cittadini, alle associazioni ambientaliste e a tutti i portatori di interessi legittimi per far conoscere lo studio e poi decidere, con gli esperti dell’Istituto superiore di sanità e del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio e del Ministero della transizione ecologica, i provvedimenti da adottare a tutela della salute pubblica. Egregio signor sindaco, continuare con un atteggiamento di sudditanza verso le decisioni romane può essere utile forse a taluni amministratori e alle loro carriere, ma non si può consentire che tutto ciò si trasformi in potenziale danno per i cittadini della Tuscia.
Viterbo ha bisogno di essere governata con autorevolezza e in autonomia.
Comprendo il suo dilemma (lasciare o raddoppiare?), signor sindaco, ma nel frattempo operi per lasciare un ricordo di lei come difensore degli interessi dei viterbesi perché avrà capito bene che i suoi amici, ad iniziare dal suo partito, hanno già deciso che nel suo futuro non esiste alcun raddoppio. In attesa di un suo cortese riscontro, la saluto cordialmente.
Luisa Ciambella