Una grande occasione di rilancio per un’oasi ricca di biodiversità e storia, da tutelare e far conoscere. E’ stata firmata nei giorni scorsi la convenzione tra la Lipu e l’Atc Vt1 per la gestione dell’oasi di protezione faunistica di Vulci. L’accordo, della durata di 10 anni, assegna alla Lipu la gestione dell’area, attualmente oasi di protezione faunistica, già gestita dal Wwf fino a circa 20 anni fa grazie a una convenzione con Enel, che creò uno diga nel fiume Fiora da cui scaturì il lago artificiale, cuore pulsante della zona umida dell’oasi di Vulci.
La convenzione premia il lavoro svolto dai volontari della delegazione Lipu di Viterbo, che fin dal 2014 chiesero all’Atc Vt1 la gestione di un’area che, già da alcuni anni, utilizzavano per l’effettuazione dei censimenti ornitologici, proseguiti negli anni successivi fino ad oggi. L’oasi ospita un’importante garzaia formata da specie come airone cenerino, airone bianco maggiore, garzetta e, più di recente, anche la nitticora. Di rilievo è anche la presenza di un elevato numero di uccelli acquatici svernanti, come il fischione e l’alzavola, nonché di specie preziose dal punto di vista della conservazione, presenti nei terreni adiacenti, come l’albanella reale (in inverno) e l’albanella minore, che nidifica con due coppie nei campi coltivati, e altri rapaci come il nibbio bruno.
Tra le mansioni affidate alla Lipu per la gestione dell’oasi – che si estende su 170 ettari, metà dei quali di zona umida e l’altra metà di campi incolti ricchi con elementi tipici del paesaggio come siepi e filari – ci sono, tra l’altro, i censimenti della fauna, il supporto alle azioni di controllo e vigilanza, le iniziative di educazione e sensibilizzazione ambientale per le scuole e il pubblico generico, un piano di fruizione dell’oasi tramite sentieri, capanni di osservazione e pannellistica.
“E’ con grande soddisfazione che assumiamo, dopo tanti anni di presenza e cura della natura, la gestione dell’oasi Vulci – commenta il direttore generale della Lipu, Danilo Selvaggi – I nostri volontari di Viterbo hanno assicurato in questi anni, con la loro costante presenza, la protezione dell’habitat e un importante contributo alla conoscenza scientifica, grazie ai censimenti delle specie presenti. Un percorso che proseguirà e si rafforzerà, rientrando nella gestione collaudata del nostro sistema nazionale di oasi e riserve e, ne siamo certi, saprà rilanciare quest’area tra le più interessanti della regione”. “Il percorso di recupero e di crescita di questa importante area naturalistica non si ferma qui – aggiunge Alessandro Polinori, vicepresidente della Lipu -. In prospettiva, infatti, c’è il passaggio dell’oasi Vulci a monumento naturale, ai sensi della legge regionale sulle aree protette. Un riconoscimento prestigioso che potrà assicurare una maggiore e più efficace conservazione dell’area e delle bellezze che custodisce”.