Il 20% dei braccianti agricoli nella Tuscia lavora più di 12 ore al giorno ed il 14% senza neanche godere di un giorno di riposo a settimane con un salario in media di 35 euro al giorno. E’ quanto emerge da un’inchiesta della Usb che sarà prossimamente pubblicata in un libro dal tiotolo Terra Totale, edito da Ghaleb e scritto da Elisa Bianchini e Luca Paolocci insieme al docente dell’Unitus Massimo Cecchini.
I dati sono stati ricavati dalle risposte fornite dai braccianti (quasi tutti stranieri o extracomunitari, a un questionario anonimo diffuso proprio dall’Usb. Secondo il sindacato, “almeno l’80% dei datori non rispettano le paghe sindacali e l’orario massimo giornaliero”. Ci sono lavoratori che verrebbero “regolarizzati” con contratti minimi di 10 ore settimanali o 102 giornate in due anni ma, in realtà, una giornata di lavoro corrisponderebbe a 10 ore, nel migliore dei casi. “Nella Tuscia – ha spiegato Elisa Bianchini durante la presentazione dell’indagine – il 72% dei braccianti dichiara di lavorare più di 8 ore al giorno. Fra questi, inoltre, circa il 20% rimane sui campi per più di 12 ore”.
Ci sono inoltre giornate lavorative che arrivano fino a 14 ore al giorno per una paga media di 3 euro l’ora. Per non parlare dei braccianti pagati a cottimo: 4 euro ogni 300 kg di pomodori e 2 euro ogni quintale di patate. “In questi casi – ha spiegato la sindacalista – il lavoro è per il 70% in nero, con pagamenti a fine giornata in contanti, ma solo se viene raggiunto il minimo stabilito”.
E ancora: l’88% dei braccianti lavora per più di cinque giorni a settimana, di cui il 14% 7 su 7. Il diritto al riposo non verrebbe minimamente osservato sia per lo stacco di 11 ore fra un turno e il successivo sia per il riposo cumulativo di 24 ore. Le donne verrebbero pagate addirittura tra il 20 e il 30% in meno rispetto agli uomini.