La Conferenza dei servizi ha detto sì al fotovoltaico a Pian di Giorgio, nell’area di Ferento. Tranne la Sovrintendenza, che ha chiesto, senza essere ascoltata, di allontanare i pannelli dall’area archeologica, riducendo l’estensione dell’impianto, hanno votato a favore il Comune di Viterbo e la Provincia. I pannelli occuperanno un’area di 93 ettari. La Conferenza dei servizi ha anche autorizzato la costruzione, a otto chilometri di distanza, nel territorio di Grotte Santo Stefano, di una stazione elettrica, a cui, tramite un elettrodotto, arriverà l’energia incamerata dai pannelli. Da qui la stessa energia sarà poi immessa nella rete elettrica nazionale.
Di fatto, non sono state prese in alcuna considerazione le rimostranze dei comitati ambientalisti che nei mesci scorsi, insieme alla consigliera comunale dem Luisa Ciambella, sono stati protagonisti di varie manifestazioni di protesta. “La decisione della Conferenza dei servizi – commenta proprio la Ciambella – è la dimostrazione della mancata volontà del Comune e della Provincia di Viterbo di porre un freno alla costruzione di impianti di questo tipo. O meglio di regolamentarli attraverso precisi strumenti urbanistico-paesaggistici al fine di salvaguardare le aree di pregio qual è appunto il circondario di Ferento”.
Lascia soprattutto l’amaro in bocca il fatto che sia stato completamento disatteso l’impegno preso lo scorso giugno dalla Regione, che aveva annunciato una moratoria di otto mesi per tutti gli impianti di energie alternative al fine di evitare installazioni selvagge: “Posto che nessuno si vuole opporre pregiudizialmente allo sviluppo delle energie alternative – spiega la Ciambella – il punto è che bisognerà pur dire dove si può e dove non si può costruire gli impianti. Sarebbe stato interesse del Comune opporsi alla giungla a cui stiamo assistendo, ma evidentemente la giunta Arena e la giunta Nocchi in Provincia hanno altri metodi di giudizio. E ciò nonostante la provincia di Viterbo sia tra quelle a livello nazionale più interessate da questo fenomeno”.
Alla Ciambella il bluff della Regione non va proprio giù: “Avevano detto di aver votato la moratoria. Scopriamo che si è trattato di un bluff. Un fatto gravissimo di cui adesso dovranno fornire spiegazione ai cittadini”.