Dal profilo Facebook del sindaco di Fabrica di Roma, Mario Scarnati, riprendiamo e pubblichiamo
Buongiorno a tutti, a proposito della denuncia fatta contro di me per turbativa d’asta sull’ex bene confiscato alla mafia, e da noi destinato a casa di riposo, dico che non c’è niente di più falso. La denuncia è scaturita da un esposto del signor Frontoni dopo che io l’avevo retrocesso e messo ad occuparsi solo ed esclusivamente del cimitero: tutto questo l’avevo fatto per il malcontento che, con il suo lavoro e il suo atteggiamento, provocava in tutta la cittadinanza. Si è scoperto dopo che questo signore registrava sempre tutti i colloqui con me e con tutti i dipendenti.
Si parla di turbativa d’asta perché ha partecipato un solo professionista, che io non conoscevo, né conosco, e che era stato trovato sempre dal solito Frontoni. Con ansia aspettiamo il giorno della causa per poter chiarire questi ed altri punti. Potevamo andare avanti con la casa di riposo, ma viste tutte le bugie dette abbiamo deciso in Consiglio comunale di ridare (nessuno ce lo aveva chiesto) il terreno all’ente che ce l’aveva ceduto. Io, come ripeto, non conoscevo, né conosco, il professionista che si è aggiudicato il lavoro, né ho partecipato in nessun modo alla gara.
Per meglio chiarire: il signor Passini, suocero di Frontoni, tutti i giorni veniva in Comune chiedendomi, anche piangendo, di rimettere il genero a dirigere l’ufficio tecnico. A seguito del mio diniego è nata nel signor Passini una grande passione per la politica (che non aveva mai avuto) al punto che oggi fa parte della lista di Claudio Ricci, con la speranza di aiutare il genero, che, ripeto, si occupa solo del cimitero. Questa è la motivazione della candidatura del signor Passini, ma c’è da aggiungere altro: il signor Passini è entrato nella Lega quando Fusco, senatore della Lega, non aspettava altro di trovare 4/5 persone che lo rappresentassero. E’ vero, Fusco non ha fatto niente per la provincia di Viterbo (l’unica cosa fatta è l’essersi unito con Panunzi per cercare di vincere a Fabrica: “comunisti” e Lega uniti dall’incoerenza più assoluta con Claudio Ricci), ma tanti anni fa un imperatore fece senatore il suo cavallo, perciò adesso non c’è da stupirsi se senatore diventa un asino. Il più grande fiancheggiatore di Ricci è il signor Mizzelli Gianfranco chiamato da Palmegiani l’anima nera: in politica non ci ha messo mai la faccia, è stato tanto tempo con Palmegiani, poi con Pifferi, poi con me e adesso con Claudio Ricci. Vi chiederete perché non sta più con me… Forse perché ho allontanato suo figlio avvocato dal Comune? E’ presidente del Gal, si ce l’ho fatto io imponendomi anche con gli altri sindaci che non lo volevano e nessuno lo conosceva.
Poi c’è il castagnaro di Canepina, Panunzi, che è stato preside con me a Fabrica, il peggior preside che io abbia mai avuto, che ha inserito in lista il suo braccio destro che lavora a Canepina, il signor Tranquilli. A proposito: giorni fa una famiglia di Roma che stava comprando casa a Canepina, “feudo” di Panunzi, è venuta da me, dopo aver visto Fabrica, e mi ha detto: “La compriamo a Fabrica, è meglio un garage a Fabrica che una villa a Canepina”. E non dimentichiamo il signor Piergentili che, dopo due sonore bastonate, si ripresenta, ma lui fin da piccolo ha sempre sognato di diventare sindaco, poi c’è un ingegnere, grande professionista e amico, Nico Iacurto, unico problema è che io, non sentendo bene, la mattina capisco quello che dice ma la sera non capisco nemmeno una parola, e poi c’è l'”etico” Claudio Ricci che nulla ha mai fatto per Fabrica e i fabrichesi ma è stato messo lì dai signori sopra elencati.
Voi direte: a Kabul sono ritornati i talebani perché da noi non può tornare la vecchia e becera politica? Spero proprio di no! Ci abbiamo messo 15 anni per trasformare Fabrica, non vorrei che questi signori, legati solo da interessi personali, distruggessero tutto quello che, con tanti sacrifici, abbiamo fatto.
Il sindaco
NB: non avrei voluto parlare di queste cose ma mi hanno tirato dentro con il loro atteggiamento. Un saluto affettuoso a tutti, meno che a loro.