Il Consiglio comunale sul biodigestore all’Acquarossa, svoltosi nel pomeriggio, si è chiuso tra l’imbarazzo dell’amministrazione Arena e le contraddizioni della minoranza. La prima non è stata infatti in grado di spiegare i motivi per cui finora non è stata mossa paglia per contrastare il progetto. Mentre la seconda, se apparentemente ha cercato di cavalcare la protesta, non è andata in realtà ad affrontare, nella sostanza, il vero problema, rappresentato, oltre che da questo impianto, dalla concentrazione nella stessa area di più progetti, alcuni molto più invasivi. Riferimento ad un altro biodigestore e a una maxi piattaforma per il trattamento dei rifiuti poco più a monte (località Pratoleva), ai pannelli fotovoltaici su 70 ettari e ancora più su alle pale eoliche visibili fino a Civita di Bagnoregio.
A far emergere tutti questi aspetti è stata la consigliera comunale Luisa Ciambella, che ha portato in aula le analisi dell’Arpa che dimostrano nell’area la presenza di sostanze inquinanti tra le 7 e le 9 volte oltre i limiti consenti dalla legge. Si tratta di analisi arrivate in Comune ad aprile di quest’anno, ma praticamente ignorate sia dalla giunta che dagli uffici. Tanto è vero che il dirigente Monaco ha ammesso che sì, il problema effettivamente esiste, spiegando che, dopo la conferenza stampa di sabato della Ciambella, si è preoccupato di produrre una relazione che sarà inviata alla Conferenza dei servizi in programma in Regione tra due giorni.
Il problema (la vera notizia della giornata) è che a parte Monaco, che è un organo tecnico, a livello politico non si è registrata nessuna presa di posizione, il che se è vero il detto che chi tace acconsente, getta sempre più ombre sull’operato dell’amministrazione comunale. Di fronte alle argomentazioni della Ciambella non hanno parlato infatti né il sindaco, né il consigliere Marini (che, va ricordato, è anche assessore all’ambiente in Provincia), né si sono espressi i gruppi di opposizione, i quali, per uscire dall’angolo, hanno alla fine chiesto una relazione allo stesso Monaco per poter valutare meglio quanto denunciato dalla collega. Relazione che il dirigente dovrebbe fornirgli nei prossimi giorni. Va rimarcato che l’opposizione in questa partita, soffermandosi solo sul potenziale aumento di traffico derivante dai camion da a per l’impianto, invece di andare dritta al nocciolo della questione (l’inquinamento) si è stranamente concentrata solo sul male minore.
In definitiva: il problema vero non è il via vai dei camion che sembra turbare il sonno della Frontini e del Comitato contro il biodigestore all’Acquarossa, ma l’inquinamento. Perché nessuno ne parla? E poi perché prendersela solo con questo biodigestore e chiudere gli occhi su tutti gli altri impianti che è previsto debbano sorgere poco distanti?
Adesso che succederà? Se da un punto di vista urbanistico il biodigestore all’Acquarossa, ha detto il dirigente Peruzzo, è in regola (tanto che lui esprimerà parere favorevole), è chiaro come la materia debba però essere approfondita a livello ambientale e infatti il dirigente Monaco (nonostante l’imbarazzante silenzio della politica) alla Conferenza dei servizi dovrà necessariamente far presente il problema delle analisi dell’Arpa con l’apertura di scenari nuovi rispetto a quelli fin qui delineati.