Da alcuni giorni a Blera non si parla di altro: il dottor Angelo Mazzarella, medico di base da 40 anni, dal 27 settembre sarà costretto ad andare in pensione. Costretto perché, spiega Luca Torelli, sarebbe disponibile a lavorare ancora, ma la Asl di Viterbo, ovvero la Regione Lazio, gli ha negato questa possibilità, dopo averla concessa ad altri e dopo aver richiamato anche medici in pensione per far fronte alla pandemia.
“In un periodo così delicato, con lo stato di emergenza prorogato al 31 dicembre e con l’aumento dei contagi per la ripresa dell’anno scolastico – spiega ancora Torelli – sembra assurdo che un medico che chiede di poter continuare a curare e assistere i suoi pazienti senza limiti di orario, entrando nelle case di tutti e che ha sempre sacrificato il tempo libero per la sua vocazione, si veda sbattere la porta in faccia. La salute delle persone, il rapporto ultradecennale che un medico come il dottor Angelo Mazzarella ha instaurato con i suoi mutuati, soprattutto i più anziani, non possono sottostare alla logica aziendale della messa a riposo per raggiunti limiti di età. Ne è la prova il fatto che appena arrivata la notizia sono stato chiamato da decine di persone per sapere cosa si potesse fare. In questo modo è partita una raccolta firme spontanea che in soli quattro giorni ha già portato 600 persone a chiedere che il dottore possa continuare il suo lavoro per un altro anno, o almeno finché la Asl non abbia trovato un suo sostituto per Blera”.
E tra queste firme non ci sono solo quelle dei suoi mutuati, ma anche quelle degli assistiti degli altri due medici presenti a Blera, tra cui il sindaco. “Infatti – spiega ancora Torelli – la decisione della Asl di mettere a riposo il dottor Angelo Mazzarella rischia di trasformarsi in un vero problema sociale. I suoi 1350 mutuati, se costretti a richiedere l’assistenza degli altri due medici, non troverebbero posto, in quanto ogni medico di base non può avere più di 1500 pazienti. Per cui almeno 250 o 300 persone sarebbero costrette a richiedere l’assistenza di un medico di un altro comune, con tutti i disagi del caso. Già oggi, con tre medici in servizio, non è raro vedere ambulatori aperti con pazienti in fila fino alle 22.30. Con il pensionamento forzato del dottor Mazzarella la situazione diventerebbe insostenibile. Ma la cosa che rende non comprensibile e, a mio avviso, ingiusta, la presa di posizione della Asl è questa: per quale motivo in altri paesi della provincia di Viterbo è stata concessa la proroga, anche più di una per lo stesso medico, e per il dottor Angelo Mazzarella questo non è possibile, neppure per un giorno? Se esiste una legge, questa va applicata sempre. E se viene concessa una deroga ad un medico, magari richiamando i decreti di emergenza Covid, la stessa deve essere concessa agli altri medici che ne fanno richiesta, essendo la stessa emergenza ancora presente. Si tratta di parità di trattamento, che è alla base dello stato di diritto”.
“Speriamo vivamente che la vicenda possa avere un finale diverso da quello attuale – spiega Torelli – perché il limite imposto dalla legge e il provvedimento della Asl, espone il cittadino all’abbandono del proprio medico di fiducia, pur essendone pienamente soddisfatto, e alla impossibilità di essere assistito da un medico operante su Blera, in un momento in cui la pandemia non è ancora superata”.