Il giorno di Gloria. Montata in piazza del Comune, la sera del 3 settembre sarà illuminata e tale resterà per dieci giorni, fino al 13. Tra il 3 e il 4 luci accese fino alle 2 di notte, nei giorni successivi sicuramente fino a mezzanotte, anche se ancora non è stata presa una decisione definitiva.
Non mancano le polemiche. Come quelle, tenute però sotto traccia, dei facchini, che, contrariamente al desiderio del sindaco Arena, non si presenteranno all’appuntamento con l’accensione della Macchina vestiti con la tradizionale divisa bianca e rossa. Saranno invece in giacca e cravatta. E non è neanche detto che parteciperanno tutti, dato che il Sodalizio parla di “folta rappresentanza”.
“Non lo facciamo per polemica – ha spiegato il presidente Massimo Mecarini – ma solo perché la divisa senza Trasporto non ha senso. Con il sindaco clima di massima cordialità, ci saremo, tanti, ma tutti in giacca e cravatta”.
Le polemiche le fanno invece apertamente le opposizioni, che giudicano inammissibile la decisione del Comune di non far svolgere il Trasporto neanche quest’anno. Si sarebbe trattato, secondo la minoranza, di una decisione partita da lontano come dimostra il fatto che non sono stati previsti fondi in bilancio per la svolgimento dell’evento. Tutto teatro insomma quello andato in scena fino a fine luglio, quando si diceva che ogni decisione sarebbe stata presa dopo aver consultato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Macché. La decisione è arrivata senza averlo proprio ascoltato il Comitato, tanto è vero che la Prefettura, dopo aver contattato addirittura il generale Figliuolo per farsi dare direttive in merito, ha dovuto apprendere della cancellazione dell’evento dai giornali.
Così funziona Viterbo ai tempi della giunta Arena. Bisogna farsene una ragione ancora per un po’.