La strategia dell’attesa, del guadagnare tempo fino a dopo Santa Rosa, che Arena ingenuamente aveva fatto trapelare negli ultimi giorni, è andata a sbattere il muso contro la mancanza del numero legale che ha mandato a vuoto la seduta consiliare in programma in mattinata. Assenti i consiglieri di Fratelli d’Italia e Fondazione. Ad Arena non è rimasto che annunciare l’azzeramento della giunta: “Ritengo necessario un reale approfondimento sulla situazione politico/amministrativa delle forze che compongono l’attuale maggioranza. Comprendo tutte le vostre ragioni, ma non possiamo proseguire con questo atteggiamento di contrapposizione all’interno di una coalizione che finalmente sta raggiungendo risultati importantissimi. Stiamo disattendendo le tante aspettative che i nostri concittadini riponevano e ritengo ripongano ancora in noi”.
La decisione, secondo indiscrezioni, è arrivata dopo che qualcuno gli aveva consigliato di dimettersi, visto che per legge avrebbe avuto poi 20 giorni di tempo per chiarire il quadro con tutte le forze politiche e ritirare le dimissioni. Ha risposto no. E lo ha ribadito anche a Giulio Marini che gli ha ricordato quando toccò a lui fare quell’estremo passo per l’impossibilità di governare gli attriti all’interno della maggioranza di allora. Era il 2011 e tra i banchi della Sala d’Ercole sedevano, tanto per fare qualche nome tra quelli più insidiosi per Marini, Antonio Fracassini e l’attuale senatore Umberto Fusco. In giunta c’era Chiara Frontini. Oggi, praticamente come allora, nulla è cambiato nelle dinamiche della vita politica locale e Viterbo si ritrova ancora una volta allo sbando.
Sui motivi reali della crisi, al di là delle dichiarazioni di facciata (necessità di rilanciare l’azione amministrativa, dare risposte ai cittadini, ecc. ecc.), non c’è al momento molta chiarezza. E’ sicuro però che ci sono ambienti della maggioranza che vogliono mettere le mani sulle progettazioni relative ai fondi che stanno per arrivare a Viterbo nell’ambito dei bandi sulla qualità dell’abitare, ma ci sono anche le grandi manovre politiche, sì in vista delle vicine amministrative, ma anche e soprattutto in chiave 2023. Di sicuro il centrodestra esce a pezzi da questa situazione e per tutti, da Forza Italia a Fratelli d’Italia, da Lega a Fondazione, sarà difficile far dimenticare questi anni di nulla assoluto.