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Home » Cronaca » Contestata ai gestori dei distributori Ewa nella Tuscia anche la frode fiscale

Contestata ai gestori dei distributori Ewa nella Tuscia anche la frode fiscale

22 Luglio 2021

All’imprenditore campano Vincenzo Sanzillo e al figlio ventenne, entrambi, ma con ruoli diversi, gestori di 8 stazioni di servizio della Ewa in provincia di Viterbo, viene adesso contestata anche “la frode nel settore del mercato del lavoro”. I due erano stati arrestati il 25 giugno per sfruttamento di manodopera straniera.

La Guardia di finanza, infatti, approfondendo “gli elementi che, a prima vista, parevano attestare una diffusa inosservanza delle disposizioni legislative che regolano il mercato del lavoro e la tutela dei lavoratori in genere”, ha notificato “a carico di sei società tra loro collegate, facenti capo allo stesso imprenditore campano e suoi familiari” vari provvedimenti amministrativi per “illecito profitto pari a 835.235 euro corrispondente ai compensi che sarebbero spettati, ma non sono mai stati erogati, a beneficio dei lavoratori per le prestazioni che avevano svolto”.

“Le violazioni accertate in materia di lavoro, derivanti dall’utilizzazione di 10 lavoratori in nero e 110 lavoratori irregolari – spiega la Guardia di finanza – producevano la segnalazione agli Uffici accertatori competenti di contributi previdenziali ed assistenziali non versati per circa 139 mila euro e sanzioni applicabili pari a circa 350 mila euro.
Nondimeno, è stato possibile individuare, in stretta sinergia e collaborazione con l’Inps, che tra quegli stessi lavoratori irregolarmente impiegati 7 percepivano illegittimamente il Reddito di cittadinanza, tutti denunciati. Sono stati tutti denunciati”.

Ancora la Finanza: “La trasversale attività criminosa svelata e disarticolata dall’azione congiunta della Procura della Repubblica, dalla Squadra mobile e dalle fiamme gialle, oltre a consentire un indebito risparmio fiscale e contributivo in danno dell’erario, permetteva il collocamento di beni sul mercato a prezzi estremamente vantaggiosi, a discapito delle imprese concorrenti operanti nel pieno rispetto della normativa fiscale e giuslavoristica, con estremo nocumento alle regole poste a tutela della concorrenza e del mercato. L’operazione, da inquadrare in un più ampio dispositivo di polizia economico-finanziaria predisposto a tutela dell’economia legale, colpendo il sodalizio criminale tanto sul lato fiscale, quanto su tutti gli altri settori istituzionali in precedenza tratteggiati, ha una volta di più dimostrato l’attenzione del corpo al contrasto della criminalità economica, ovverocoloro i quali, lungi dall’essere dei semplici evasori, vivono e traggono in modo sistematico il proprio reddito da traffici delittuosi e dal continuativo svolgimento di attività criminosa”.

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