Nelle more di un’imminente mappatura del territorio volta ad individuare le aree idonee, ovvero quelle da preservare, sospensione fino al 30 giugno 2022 delle nuove autorizzazioni dei grandi impianti di produzione di energia eolica e solare, salvo che si tratti di impianti agrovoltaici che adottino soluzioni integrative con montaggio verticale dei moduli in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione e purché realizzati con sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture.
E’ quanto previsto da un emendamento dell’assessora regionale alla transizione ecologica, Roberta Lombardi, approvato nel Collegato al Bilancio in IV Commissione del Consiglio regionale: “Dobbiamo porre fine una volta per tutte sui nostri territori al conflitto tra sviluppo delle energie rinnovabili e tutela delle nostre produzioni agricole, da cui deriva buona parte delle eccellenze del Lazio – spiega Lombardi l’assessora –. Se da un lato è necessario incentivare l’energia pulita per rispettare la road map verso l’ambizioso obiettivo Ue di arrivare a zero emissioni inquinanti entro il 2050, dall’altro l’installazione degli impianti FER non può produrre ulteriore consumo di suolo a scapito dei terreni agricoli e del paesaggio. Per questo come Assessorato alla Transizione Ecologica stiamo adottando un approccio integrato con una serie di misure che agiscono su più fronti. E nello specifico: nel Collegato al Bilancio, stanziamo anche circa 2 milioni di euro per le comunità energetiche del Lazio e prevediamo una mappatura delle aree idonee e non ad ospitare gli impianti FER in modo da dare alle imprese del settore una certezza su dove poter investire, e nel PTPR abbiamo inserito la classificazione degli impianti FER e delle zone di Paesaggio, in base al loro pregio, per dare delle regole certe per uno sviluppo economico sostenibile”.
Una moratoria insomma di un anno come proposto dalla consigliera comunale Luisa Ciambella e da Vittorio Sgarbi relativamente alla provincia di Viterbo, dove i nuovi impianti solari e fotovoltaici rischiano di compromettere fortemente il paesaggio (vedi la valle che da Bagnoregio arriva a Montefiascone) e le colture agricole tradizionali.
“Il Piano nazionale per le energie rinnovabili ed il clima presentato dall’Italia per il decennio 2020-2030 e sottoscritto dal governo con l’Europa prevede l’installazione di 40 mila ettari di pannelli fotovoltaici in ambito nazionale – spiega Luisa Ciambella -. Da un calcolo matematico di ripartizione delle potenze da installare, la Tuscia dovrà installare 411,21 ettari, in pratica 41 ettari l’anno per il decennio 2020/2030. Una quota che, secondo la nostra opinione, è già stata superata da progetti realizzati ed autorizzati e non presenti nel piano energetico regionale. Chiediamo e speriamo che l’assessore Lombardi abbia considerato questo aspetto”.