Energie rinnovabili sì, ma nel rispetto del territorio e dell’ambiente. Lo sostengono da tempo le associazioni ambientaliste e a livello politico Luisa Ciambella e il sindaco di Sutri, Vittorio Sgarbi. Dopo la manifestazione svoltasi due sabati fa a Bagnoregio per protestare contro i progetti delle pale eoliche, la consigliera comunale dem torna sull’argomento sostenendo la necessità di una moratoria sulle autorizzazioni al fine di normare e regolamentare il rilascio delle stesse. Il pericolo, diventato realtà, è infatti rappresentato da concentrazioni di impianti che di fatto vanno a stravolgere il paesaggio, senza considerare i possibili rischi per la sicurezza dell’uomo. Da notare, oltretutto, che Viterbo è una delle province con la maggiore concentrazione a livello nazionale di impianti per la produzione di rinnovabili.
Come ciò sia potuto accadere è tutto da scoprire, resta il fatto che adesso gli enti locali, i Comuni e la Provincia di Viterbo, non possono più far finta di niente. Lo dimostra la recente presa di posizione della Regione, che, rispondendo all’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico, ha detto che spetta alle istituzioni presenti sul territorio chiedere le valutazioni di impatto ambientale. Valutazioni che diventano necessarie soprattutto quando ci si trova in presenza di più impianti a distanza di pochi chilometri l’uno dagli altri. E’ appunto il caso delle pale eoliche (quattro) che dovrebbero essere erette tra Bagnoregio, Montefiascone e Viterbo. Ci troviamo, per la precisione, a Pratoleva, al confine tra i tre comuni. Qui ad aggravare la situazione ci sono però anche i progetti per degli impianti fotovoltaici e per un impianto per la produzione di biometano.
Nel rilascio delle autorizzazioni, ci si chiede, si valuta il singolo impianto come realtà a sé o lo si mette, come indica la Regione, anche in correlazione con gli altri? La Provincia, che ha già rilasciato l’autorizzazione per una pala di quasi 200 metri, come si è mossa? Ha chiesto la valutazione di impatto ambientale? E i Comuni?
Alla luce delle risposte fornite dalla Regione al Gruppo di intervento giuridico, è di tutta evidenza che Palazzo Gentili e gli altri enti locali non possono più far finta di niente, nascondendosi dietro la Regione.