Il Comitato non ce la beviamo torna a tuonare contro “la volontà dei partiti di privatizzare Talete”. Sotto accusa in particolare il Partito democratico viterbese e, per quanto riguarda la conduzione societaria, l'”assoluta mancanza di trasparenza, come dimostra l’intervento del prefetto che, sulla cessione delle quote, ha rimesso in riga la governance, richiamandola al rispetto delle procedure democratiche e delle regole”.
E il succo di una conferenza stampa di Paola Celletti e Francesco Lombardi, che hanno voluto ancora una volta denunciare la volontà di “svendere l’acqua pubblica”. Sono state dette troppe inesattezze, secondo il Comitato, a cominciare dalla richiesta di 40 milioni ad Arera per risanare i conti della società: “Non risulta, dalle risposte di Arera giunte a noi, che questa richiesta sia stata effettivamente formalizzata. Evidentemente, il presidente della Provincia Pietro Nocchi è interessato a una sola soluzione: la privatizzazione fortemente voluta dal Pd”.
E a dimostrazione della volontà di svendere l’acqua ai privati il Comitato cita anche l’assenza di richieste di fondi pubblici per risolvere il problema arsenico: “Non risultano nemmeno richieste di intervento alla Regione di possibili e doverosi contributi per investimenti, così come non risultano richieste di soldi alla Cassa depositi e prestiti, che è banca pubblica a sostegno dei Comuni e degli investimenti pubblici”.
“L’unica richiesta fatta ad Arera – nota infine il Comitato – è stata quella di aumentare le tariffe a causa della morosità: aumento che graverà su chi già paga mentre ancora attendiamo interventi su grandi morosi coperti da un inesistente diritto alla riservatezza. Appare sempre più chiaro che le dimissioni dell’ex presidente Andrea Bossola siano state forzate in funzione di un disconoscimento del suo piano di utilizzo dei fondi Arera, poi effettivamente tralasciato dal suo successore più zelante nell’eseguire le indicazioni del Pd”.