E’ come il Circo Barnum il Consiglio comunale di Viterbo. Gente fuori dal normale che dà spettacolo senza risparmiarsi. Tralasciando le gloriose gesta della maggioranza e di Arena – che per difendere l’indifendibile (la nomina di un assessore non viterbese come se qui fossero tutte capre) è costretto ad arrampicarsi sugli specchi col rischio di rimetterci prima o poi l’osso del collo – succede che un esponente del movimento del popolo, che ha trovato lavoro in Regione all’assessorato alla transizione ecologica, invece di indignarsi per la svendita dell’acqua pubblica e i valori di arsenico che continuano a renderla non potabile nonostante tutti i soldi spesi per comprare i depuratori, se la prenda con la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano, rea secondo lui di aver leso l’immagine di Viterbo, portando appunto alla ribalta nazionale il problema idrico nella Tuscia con tutti gli annessi e connessi. Erbetti pubblicamente invoca la censura e piuttosto che stare dalla parte dei cittadini si schiera con i potenti. Forse perché anche lui assoldato da chi in questo momento storico a Viterbo vede e provvede per tutti? Chissà, bisognerà parlare con Roberta Lombardi e fargli presente che c’è un possibile infiltrato all’interno dei suoi uffici, oppure scrivere a Conte per dirgli un po’ come stanno le cose a Viterbo. Succede pure che Ricci, sulla riconversione per lavori pubblici in città dei tre miliardi destinati inizialmente alle opere accessorie dell’aeroporto, frutto di un battaglia combattuta nella precedente legislatura, ringrazi Boccia. E succede infine che Ricci e Erbetti, come personaggi minori di un avanspettacolo degli anni Sessanta, per nulla consapevoli delle minchiate che raccontano si mostrino arroganti e tronfi alla faccia della rabbia che certi numeri suscitano nel pubblico pagante, i cittadini cioè che pagano le tasse per mantenere a Palazzo dei Priori invece che una classe politica un grande Circo Barnum.