Approvato dall’assemblea dei sindaci l’aumento delle tariffe idriche, che per una famiglia media di quattro persone ammonterà a circa 150 euro l’anno. Hanno votato a favore la Provincia e i Comuni di Viterbo, Vetralla, Tarquinia, Montefiascone, Nepi, Capranica, Tessennano, Arlena, Bassano, Vallerano, Canepina, Calcata, Monteromano e Castel Sant’Elia. Contro Civita Castellana, Blera e Bomarzo. Quello di Soriano si è astenuto.
L’aumento era stato già messo all’ordine del giorno a dicembre, poi era stato congelato in seguito alle polemiche che coinvolsero il vecchio Cda, di cui si chiedevano le dimissioni e che successivamente è stato sfiduciato. Sulla vicenda aveva presentato l’altro ieri un’interrogazione urgente al sindaco Arena la consigliera Luisa Ciambella, la quale aveva chiesto inutilmente di non avallare il provvedimento. Purtroppo, le cose sono andate diversamente.
I rincari tecnicamente derivano dall’adeguamento delle tariffe del 9% annuo, il che sta a significare che solo relativamente a questo aspetto l’aumento sarà del 18% poiché va calcolato retroattivamente. E’ poi previsto il recupero delle quote del Fondo nuovi investimenti non ancora applicati e di cui non si conosce l’entità. Un ulteriore aumento del 12% scaturisce, spiega ancora la consigliera dem, “da un calcolo basato sul tasso di morosità che la società ha ben superiore alla media”. Nella delibera è stato previsto inoltre l’adeguamento del deposito cauzionale con il raddoppio degli incassi: “Si passa da una stima di 6,2 milioni di euro a 12,3 milioni”. C’è poi un altro incremento del 4,6 % a natura transitoria da riallineare con i conguagli.
“I sindaci – spiega sempre Ciambella – hanno votato inoltre l’adozione di una leva tariffaria che prevede il recupero attraverso conguagli diluiti nel tempo dei ricavi non coperti dalla tariffa”. Infine, è stato previsto un ultimo aumento per gli anni 2020 e 2021, del 7% e 3,25%. “Parliamo di rincari per un totale che sfiora il 50%, per la precisione il 44,85%, che si somma all’aumento del 19,02% adottato con l’atto di indirizzo n. 93 del 30 dicembre 2019, escluso il 9% previsto ma non applicato perché vincolato all’accesso al fondo. Il sindaco aveva detto in Consiglio che sarebbe stata Arera ad approvare la tariffa, ma così non è stato: sono stati i sindaci a decidere questo ennesimo rincaro per i cittadini. Gli stessi sindaci che hanno votato l’ingresso dei privati”.