Dopo il successo dell’Open Day Astrazeneca “ho chiesto al commissario la cortesia di mandarmi 60 mila, 80 mila anche 100 mila dosi in più, che gli altri territori non riescono a somministrare. E lo ribadisco a maggior ragione adesso: con 80 mila dosi per l’open day, avremo svoltato”.
Lo dice l’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, in una intervista al Messaggero. Figliuolo, dice D’Amato “proverà a capire la fattibilità della cosa. Non ha detto di no. Noi non vogliamo danneggiare le altre Regioni, ma l’avvio dell’open day dimostra che il vaccino di AstraZeneca, dopo tante vicissitudini, è reputato sicuro. Per questo non capisco l’atteggiamento dell’Aifa o del commissario Ue Breton: un conto è stigmatizzare i ritardi nelle consegne, un altro farlo passare per un vaccino di serie B”. “Il Regno Unito ci insegna che immunizzazione vuol dire crollo dei morti. Ora loro ne hanno 2 o 3 al giorno. Penso che all’aperto si potrà utilizzare meno la mascherina, l’orario del coprifuoco e dei locali slitterà in avanti ma con controlli anti assembramenti, riprenderanno attività sportive come quelle in piscina. Importante poi sarà estendere l’uso del pass vaccinale anche per l’ingresso in Italia. Però non facciamo come la Sardegna: era tornata in zona bianca, poi nessuno ha fatto nulla, ed è rifinita in rossa”, aggiunge. I sessantenni, invece, non vogliono Astra Zeneca. “Ma no. Questa fascia d’età registra una copertura del 62 per cento. Il Lazio, poi, non ha problemi con questo vaccino: su 180 mila dosi stoccate a maggio, 162 mila sono destinate ai richiami”.
Le prossime tappe? “Dopo aver aperto gli appuntamenti per i 52 e i 53enni, lunedì notte apriremo quelli per la fascia 51-50. Ma entro maggio voglio che si prenotino anche agli over40”. E sulle minacce di ricorsi al Tar contro il rinvio dei richiami? “L’allungamento di 14 giorni è previsto nel bugiardino di Pfizer che mi sono riletto. Questo slittamento ci permette di recuperare 100 mila slot. La vaccinazione mica si fa con la carta bollata”.
Intanto, l’Unità di crisi Covid rende noto che nel Lazio sono state superate le 2,5 milioni di dosi somministrate. Il 35% di prime dosi sull’intera popolazione target e oltre il 18% di seconde dosi.