I Medici per l’ambiente della provincia di Viterbo chiedono copia dei giudizi d’idoneità relativi alle acque erogate ad uso umano nei comuni di Caprarola e Ronciglione dal mese di gennaio 2020 al mese di maggio 2021. Lo fanno con una lettera inviata ai sindaci dei due Comuni, ma anche al Ministero della salute, all’Arpa, alla Provincia e all’Istituto superiore di sanità.
“Il degrado dell’ecosistema e delle acque del lago di Vico (marcata riduzione dell’ossigeno, presenza di metalli pesanti e sostanze tossiche, eutrofizzazione con notevole incremento della biomassa algale e periodiche fioriture di cianobatteri) – scrivono – è ormai ultradecennale e bene documentato”. Lo dimostra “la deliberazione del 276 del 19 maggio 2020 della giunta regionale del Lazio che indica nella classificazione inferiore alla categoria A3 le acque lacustri vicane per la produzione di acqua potabile, stabilendo che ‘tali acque possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo qualora non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e solo dopo opportuno trattamento'”. I Medici per l’ambiente tornano quindi a citare anche lo studio CyanoAlert Horizon 2020, dove, “per quanto di pertinenza dell’Istituto superiore di sanità si legge: ‘Poiché, oltre che riserva naturale e zona Sic, il lago di Vico è tutelato in qualità di fonte di approvvigionamento idropotabile, la presenza di cianotossine, conseguenza delle fioriture di specie tossiche dovute allo stato trofico delle acque del lago, rende l’eventuale uso delle acque per fruizione limitato a situazioni di emergenza, in assenza di altri approvvigionamenti disponibili con mezzi congrui e richiede delle misure di trattamento di elevata e provata efficienza’”.
I Medici per l’ambiente vogliono insomma mettere ognuno di fronte alle proprie responsabilità.