Reati di genere: nella Tuscia uno ogni tre giorni. Quaranta episodi dall’inizio dell’anno. Un numero decisamente alto per una provincia come quella di Viterbo, non sfuggito alle forze dell’ordine e alla magistratura, alle quali giungono segnalazioni soprattutto per violenze in famiglia.
A rilevarlo è un report dell’Arma dei carabinieri.
Di questi 40 episodi quello più eclatante è stato il tentato omicidio avvenuto a Capranica il 29 gennaio scorso, quando una donna 53enne di nazionalità polacca è stata ripetutamente accoltellata dal compagno 58enne di origine campana. La donna venne trovata in fin di vita proprio dai carabinieri, intervenuti prontamente perché allertati dai vicini che avevano sentito le urla della vittima. Quest’ultima, stanca di subire le continue vessazioni cui il compagno la sottoponeva da dieci anni, aveva finalmente preso il coraggio di andarsene e cambiare vita, ma venne raggiunta dalle coltellate dell’uomo proprio mentre era con le valigie sulla porta di casa.
“Oltre questo – spiega una nota dell’Arma – i carabinieri hanno proceduto anche in altri 22 casi di maltrattamenti in famiglia, fortunatamente prima che degenerassero. Devono purtroppo registrarsi inoltre 12 casi di stalking, un episodio di violenza sessuale, un caso di atti sessuali con minorenne, un episodio di adescamento di minori e 2 di lesioni. In totale sono 3 le persone tratte in arresto in flagranza di reato e 39 quelle deferite in stato di libertà, cui vanno aggiunte 4 misure cautelari, 5 divieti di avvicinamento alla vittima ed un allontanamento dalla casa familiare. In 8 circostanze le vittime sono state ascoltate in modalità protetta nella sala Soroptimist allestita presso il Comando provinciale, che garantisce accoglienza ed anonimato alle vittime”.
Di fatto, in questo primo quadrimestre del 2021 l’impegno dei militari nel perseguimento dei reati da codice rosso è raddoppiato: nel 2020 infatti gli episodi perseguiti erano stati 20.
“I carabinieri – spiega ancora la nota dell’Arma – a maggiore tutela delle vittime e per il profondo rispetto delle loro esigenze familiari, hanno da tempo preso l’impegno di non divulgare, né confermare in alcun modo fatti e circostanze relativi a tali situazioni complesse ed estremamente delicate. Ciò nella speranza di poter sempre garantire con riservatezza e cortesia, a chi si rivolge ai militari, un’accoglienza adeguata che sia per il mero ascolto di una confidenza o per la soluzione di problemi più complicati. L’aumento di denunce ricevute tuttavia conferma ulteriormente il crescente impegno profuso dai militari dell’Arma in tutte le sue articolazioni, capillarmente presenti nel territorio anche nelle realtà più piccole della provincia, e della professionalità acquisita da ogni comandante di stazione capace di ascoltare e rimanere vicino a chi è vittima di violenza e che ha il coraggio di affidarsi alle istituzioni”.