Mega parchi fotovoltaici: pubblichiamo un intervento di Italia Nostra
La Tuscia non è più disponibile a farsi immolare per progetti calati dall’alto e che non siano strettamente indirizzati al benessere e al progresso della nostra comunità che ha il privilegio di vivere in una terra ricca di storia. Questo territorio vive di agricoltura di qualità, di prodotti tipici famosi nel mondo, oli, vini, cereali antichi, vanta numerose aziende che faticosamente investono in biologico e bio dinamico e aziende di artigianato e turismo di qualità. Svilire la Tuscia non può essere la via per un cambio di rotta, i territori verdi non sono spazio libero pronto a essere depredato.
Non siamo disposti a consegnare il frutto di duro lavoro fatto da generazioni a investitori che hanno come unico scopo il profitto. Ci vogliono lasciare ettari vetrificati come unica fonte di sussistenza? Oltre alle tante menzogne tese ad affermare l’assenza di impatto ambientale del fotovoltaico, è inaccettabile l’arroganza mostrata nei confronti di chi investe in progetti rispettosi dell’ambiente e rivolge la propria attività alla tutela del patrimonio artistico e naturale. Dovremmo, invece, lavorare per una pianificazione che si ponga come obiettivo il recupero paesaggistico, sottraendo queste aree alla speculazione e preservando in ogni modo gli aspetti che caratterizzano il nostro territorio.
Per questo è fondamentale che le istanze presentate in Regione presso l’ufficio Via, siano valutate con attenzione, anche dal punto di vista dell’impatto cumulativo, su un territorio che ha ormai migliaia di ettari di impianti fotovoltaici, mega impianti anche di 300 ettari come a Tarquinia. La Regione Lazio valuti il rischio dell’effetto cumulativo, di compromissione degli ecosistemi e si tenga conto del nuovo Ptpr che mette l’accento sull’importanza di rendere coerente lo sviluppo delle energie rinnovabili con la qualità e l’identità dei paesaggi della Tuscia.