La cessione delle quote di Talete ai privati è un fatto gravissimo destinato a rendere i cittadini sudditi di un sistema del profitto avallato dalla politica provinciale (Pd di area Panunzi e Forza Italia) in barba al più elementare principio che sovrintende la sopravvivenza su questo pianeta: la possibilità per tutti di accedere ad un bene primario qual è l’acqua indipendentemente dalle condizioni sociali ed economiche di ognuno.
All’indomani della votazione avvenuta nell’assemblea dei sindaci (che si è cercato di nascondere attraverso la modifica dell’ordine del giorno per gettare fumo agli occhi dei cittadini), interviene il Movimento Blu del Lazio, presieduto dalla consigliera comunale di Acquapendente Solange Manfredi: “La motivazione, secondo l’amministratore unico, risiederebbe nella necessità di effettuare investimenti per oltre 300 milioni ma, mentre nessun piano industriale risulta giustificare questa idea, le analisi dello Special rapporteur delle Nazioni Unite spiegano che l’argomento dei debiti e degli investimenti serve a favorire l’ingresso degli speculatori, che non verseranno, ma incasseranno denaro in danno delle popolazioni stremate. In Italia gli investimenti vanno in tariffa per legge e aprire ai privati significa far salire le bollette senza la garanzia di un risultato”.
“E’ incredibile – afferma la Manfredi – che davanti alla chiara analisi delle Nazioni Unite, ancora si parli di cedere quote ai privati, che altro non significa che cedere l’acqua a multinazionali, che hanno già occupato gran parte delle fonti e delle gestioni del mezzogiorno. La popolazione è stremata economicamente dalla crisi e i sindaci danno mandato di valutare l’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua, la risorsa strategicamente più importante per il territorio, e il cui controllo è un problema di sicurezza nazionale, a speculatori stranieri? Sarebbe un tradimento delle comunità che rappresentano. Far cadere la responsabilità della privatizzazione della Talete sull’amministratore non salverà i sindaci, che hanno avuto la disponibilità del maggiore esperto di acqua pubblica, ma l’hanno rifiutato”.