In seguito alle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Sogin, l’ingegner Emanuele Fontani, che ha definito il Lazio, e quindi indirettamente la Tuscia, territorio potenzialmente ideale per ospitare il deposito delle scorie nucleari, si sono mobilitati comitati e associazioni ambientaliste. E’ il caso del Comitato di salvaguardia del territorio di Corchiano e della Tuscia, che, nonostante i chiarimenti forniti poi da Fontani – secondo il quale l’affermazione era avvenuta a solo titolo esemplificativo – ha ottenuto un incontro dai vertici della Sogin “per chiarire le dichiarazioni dell’amministratore delegato”.
“L’incontro voluto dalla Sogin a seguito di una nostra lettera di protesta inviata al presidente e all’amministratore delegato della società – dice il presidente del Comitato, Rodolfo Ridolfi – sarà l’occasione per ribadire le nostre solide ragioni, valide a respingere l’ipotesi di realizzazione del progetto e per rispondere alle grandi preoccupazioni già sorte nella nostra provincia e alimentate dall’imprudente dichiarazione dell’amministratore delegato. Alcuni chiarimenti sono già arrivati a mezzo stampa da parte di Sogin, noi andremo per avere ulteriori precisazioni, per dissipare ogni dubbio sull’imparzialità della scelta del sito e per avere conferme che il percorso di individuazione tenga conto della volontà e delle osservazioni dei territori, della partecipazione pubblica e della massima trasparenza”.