La sospensione della somministrazione del vaccino Johnson & Johnson negli Stati Uniti, in seguito a sei casi di reazioni avverse su cui le autorità americane hanno deciso di indagare, mette a repentaglio la tabella di marcia della campagna vaccinale in Italia e naturalmente anche nel Lazio, sebbene in questa prima fase le fiale del nuovo farmaco previste nella nostra regione siano solo 18 mila. In ogni caso, fa notare l’assessore alla sanità, Alessio D’Amato, è opportuno che “ci sia una decisione rapida, chiara, definitiva, senza tentennamenti ed incertezze. Bisogna evitare di fare ciò che è stato fatto con AstraZeneca. Le autorità si pronuncino con una voce sola, anche perché negli Usa si trovano in una situazione totalmente diversa avendo già somministrato alla popolazione milioni di dosi. Mi auguro che si mantenga un livello di razionalità e di pragmatismo, in alternativa il rischio di una tempesta perfetta è molto alto”.
Tra l’altro, nel Lazio a poche ore dall’apertura delle prenotazioni relative alla fascia di età 60-61 anni si sono già registrate 20 mila adesioni. “Segno che la macchina – dice sempre D’Amato – continua a viaggiare. Per questo ci auguriamo che vengano risolti i problemi di arrivo delle dosi”. “Siamo stanchi – ha aggiunto l’assessore – dei continui rimbalzi. Chiediamo una cosa molto semplice: avere oggi conoscenza delle dosi che ci arriveranno nelle prossime settimane e nel mese di maggio. Questo ci consente di programmare e lavorare serenamente. Attendiamo quindi che ci siano quantitativi importanti. Abbiamo bisogno di almeno 1,8 milioni di dosi al mese, questo sono gli standard su cui è misurata tutta la macchina”.
In questo quadro di preoccupazioni c’è però anche qualche notizia positiva. E’ il caso della sperimentazione che sta per partire allo Spallanzani sulla seconda dose di vaccino, dopo la prima con AstraZeneca, con altri prodotti tra cui il russo Sputnik. Saranno 600 i volontari che, dopo la prima dose con AstraZeneca, avranno la seconda con Pfizer, Moderna e i due diversi adenovirus di Sputnik. La sperimentazione arriva dopo l’ok dell’Agenzia italiana del farmaco.
Per quanto riguarda il vaccino russo la sperimentazione fa parte di un accordo firmato da Spallanzani, Regione Lazio, Istituto Gamaleya di Mosca e Fondo sovrano russo d’investimento che si esplicherà su due direttrici. Una per verificare se Sputnik è in grado di produrre anticorpi neutralizzanti contro le varianti che preoccupano l’Italia. Quindi ci sarà uno scambio di materiale biologico con i russi che verranno a Roma e lavoreranno insieme con gli esperti dello Spallanzani in laboratorio. La seconda invece per andare incontro alla popolazione perplessa su AstraZeneca: “Faremo – spiegano allo Spallanzani – una sperimentazione, così come hanno fatto altri Paesi Ue, per verificare la possibilità di combinare vari vaccini. Quindi faremo uno studio a 4 bracci: inoculando o una dose del primo adenovirus di Sputnik o del secondo, o di Pfizer o Modena. Questa è una sperimentazione che offriamo al Paese per una possibile soluzione del problema”. “Siamo pronti a partire già dalla prossima settimana – assicura D’Amato -. Abbiamo già parlato con il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, che si è detto favorevole, ed è stato informato anche il ministro. Questa è una collaborazione importante che rafforza la ricerca.