La senatrice Vilma Moronese, presidente della commissione ambiente del Senato, ha ricevuto una delegazione dei comitati viterbesi in campo per il diritto all’acqua potabile e pubblica, composta da Paola Celletti e Raimondo Chiricozzi. “La senatrice – dice Chiricozzi – ha ascoltato attentamente quanto esposto soprattutto sull’acqua potabile avvelenata dall’arsenico, sul diritto all’acqua potabile ancora non completamente esteso alla popolazione viterbese ed infine sui rischi di privatizzazione”.
Durante l’incontro si è parlato anche delle questioni ambientali riguardanti il lago di Vico e il suo inquinamento e dell’approvvigionamento idrico fornito dal bacino per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione. Paola Celletti, in particolare, ha illustrato e consegnato una nota con le richieste del Comitato non ce la beviamo, documentazione relativa al progetto dei bacini idrografici e documentazione scientifica sull’inquinamento da arsenico fornita da Antonella Litta (Medici per l’ambiente) e dalla dottoressa Moro dell’Istituto superiore di sanità. Mentre Raimondo Chiricozzi ha illustrato e consegnato una nota che riassume le richieste di associazioni e comitati rivolte al superamento del grave problema riguardante l’acqua distribuita in provincia di Viterbo e soprattutto alle popolazioni di Ronciglione e Caprarola e infine la necessità di affrontare la questione inquinamento del lago che non può più essere disconosciuta.
In sintesi, si è chiesto l’intervento del Parlamento per la “distribuzione di acqua potabile agli anziani, alle donne incinte, ai bambini, con mezzi idonei, in tutti i paesi in cui insiste l’emergenza; la restituzione da parte degli enti gestori dei soldi (Comuni, Talete) per le fatture pagate per acqua non potabile, evitando resistenze in giudizio contro coloro che rivendicano il diritto sancito dalle leggi e da molte sentenze con contestuale riduzione del 50% delle bollette, fino a che l’acqua non sarà distribuita potabile; il passaggio dall’agricoltura chimica all’agricoltura biologica con la proibizione categorica dell’uso di diserbanti, pesticidi e concimi chimici, in particolare dove insistono acque di superficie quali il lago di Vico, la cui conca deve essere salvaguardata e preservata naturale; l’abbandono immediato della captazione dal lago di Vico, finché non sarà risanato; il reperimento di fonti alternative definitive a quelle lacustri; il monitoraggio continuo delle sostanze tossiche e cancerogene che possano contaminare le acque destinate al consumo umano; il monitoraggio continuo, almeno mensile, delle sostanze tossiche e cancerogene nelle acque del lago di Vico; un’informazione corretta presso le popolazioni coinvolgendo studi medici, scuole e ambulatori; il monitoraggio di lungo periodo relativo allo stato di salute della popolazione, in particolare dei bambini e delle donne incinte; screening gratuiti per le popolazioni esposte al cosiddetto effetto cocktail determinato dall’esposizione contemporanea a più fattori cancerogeni e sostanze tossiche presenti nelle acque del lago di Vico; un costante controllo sulle fosse a tenuta stagna e allaccio dove è possibile ai collettori fognanti; l’effettiva bonifica del centro chimico militare del lago di Vico; e controlli sulle attività illegittime nelle acque del lago di Vico per evitare i possibili versamenti di sostanze pericolose, altamente inquinanti.