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Home » Politica » Assunzioni in Regione, si dimette il presidente del Consiglio Buschini

Assunzioni in Regione, si dimette il presidente del Consiglio Buschini

7 Aprile 2021

Assunzioni in Regione tramite l’utilizzo della graduatoria del Comune di Allumiere: si è dimesso il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini.

Era finito da giorni sotto attacco, insieme agli altri consiglieri dell’Ufficio di presidenza, per aver dato il via libera a una procedura che, sebbene regolare sotto il profilo formale, secondo alcuni esponenti dell’opposizione e i quotidiani che hanno sollevato il caso (in particolare, il Fatto e la Repubblica) ha portato alla stabilizzazione di 14 collaboratori politici del gruppo consiliare del Pd, di uno della Lega e di uno del M5S. Singolare il fatto che il sindaco di Allumiere, Mario Pasquini, lavora distaccato sempre presso la presidenza d’aula. Lo stesso concorso è stato utilizzato anche per assunzioni avvenute in vari Comuni, tra cui Guidonia, Tivoli, Ladispoli e Monterotondo.

“Negli ultimi giorni – ha detto Buschini – si è discusso, soprattutto sugli organi di informazione, delle deliberazioni dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale in materia di personale, che ha portato all’assunzione di nuovi dipendenti nel nostro ente, attraverso lo scorrimento di graduatorie provenienti da concorsi svolti dai Comuni. Una procedura che ha rispettato nel suo percorso le norme nella loro interezza”. “Pur tuttavia – aggiunge – ho ritenuto di proporre alla Conferenza dei capigruppo l’istituzione di una Commissione trasparenza, presieduta da un esponente dell’opposizione, che duri fino alla fine della legislatura e che possa affrontare tutti i temi rispetto ai quali ci sia necessità di approfondimento, a partire dalle assunzioni dei dipendenti. Dopo il percorso di aula, che spero sia molto contenuto nella tempistica, sarà compito del presidente del Consiglio regionale, seguendo le indicazioni dei gruppi consiliari, nominare i membri della commissione con proprio decreto. Ritengo, a garanzia di totale imparzialità e trasparenza, che a decretare questa commissione ci debba essere un altro presidente. Non vivo questa scelta come una resa, né come una azione dettata da impulsività sotto la pressione delle polemiche di questi giorni, ma come un atto di amore verso questa istituzione, per aiutare a fare chiarezza e garantire prestigio al nostro consiglio ed al nostro lavoro. Sono certo che apprezzerete questo gesto, che ritengo giusto per chi rappresenta e vive le istituzioni”.

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