Il ritrovamento di tracce di Covid, da parte dei Nas, sui mezzi di Francigena a Viterbo non è una circostanza da prendere a cuor leggero. Per questo motivo, ci si attende che adesso il Comune corra ai ripari affinché il trasporto pubblico sia più sicuro, così come è auspicabile che tutte le autorità, a cominciare dalla Asl, si interroghino sulla reale circolazione del virus in città e provincia.
Ci sono vari ordini di problemi.
Il primo: Francigena rispetta le norme di sicurezza? I mezzi vengono regolarmente sanificati? Viene controllato il rispetto del distanziamento da parte degli utenti? Vengono messi a disposizione i gel per la pulizia delle mani ai passeggeri in ingresso? Palazzo dei Priori, a cui risulta che i Nas abbiano inviato una relazione, quali iniziative intende intraprendere?
Il secondo: dato che i bus di Francigena sono per lo più utilizzati da persone di una certa età, molte delle quali allo stato attuale forse già vaccinate, è ipotizzabile una circolazione del virus che non si manifesta apertamente proprio perché veicolato da soggetti immunizzati e come tali asintomatici?
Il terzo: se tracce di Covid sono finanche presenti sui sedili o sugli scorrimano è di tutta evidenza che la circolazione del virus possa essere ben maggiore di quanto non raccontino i dati sui contagi accertati quotidianamente, motivo per cui vanno intensificati gli sforzi per cercarlo e isolarlo. Come? Naturalmente, incentivando i cittadini a sottoporsi al tampone, ma anche ampliando la platea dei soggetti a cui farlo a fronte dei nuovi casi positivi. A giudicare dal numero molto basso che viene comunicato attualmente dalla Asl, sembra infatti di capire che di tamponi al momento a Viterbo se ne fanno troppo pochi.