C’è un emergenza da risolvere e lo sappiamo. Ma si sono accorti adesso? Sono anni che a Roma la situazione rifiuti rischia di esplodere un giorno sì e l’altro pure. Perché Campidoglio e Regione non sono riusciti a trovare una soluzione a questa drammatica realtà? Perché Viterbo deve continuare a pagare un prezzo tanto alto per problemi che non gli appartengono?
Sembrano domande banali, lo sappiamo, ma diventano in realtà di strettissima attualità visti gli accadimenti delle settimane scorse, allorquando la Regione è stata travolta dall’arresto della dirigente dell’ambiente, il vicesindaco (ora dimissionato) di Vetralla, Flaminia Tosini. In altri termini, se in effetti sarebbe semplicistico approntare con poche parole un ragionamento compiuto sull’emergenza nella capitale, dove per risalire storiograficamente a tutte le responsabilità del caos servirebbero fiumi e fiumi di parole, appare allo stesso modo inquietante, nel dipanarsi degli eventi, la corda stretta attorno al collo di questa provincia tenuta, o tirata, fino a pochi giorni fa proprio da qualcuno che qui ha la sua residenza. Senza voler con ciò dare tutta la colpa alla Tosini (certi ragionamenti li lasciamo ai mestatori di professione), la quale oltretutto in questo momento ha altro a cui pensare, non si può insomma non notare il paradosso di una Viterbo destinata ad essere sempre l’ultima provincia dell’impero nonostante nell’impero (che in questo caso è la Regione) si muovano generali a cui vengono attribuiti grandi onori. Stiamo messi bene, sì. Proprio bene.