Rivalutare gli indici e i valori della Provincia di Viterbo classificandola zona arancione e applicare una decentralizzazione delle decisioni al fine di poter consentire ai commercianti di svolgere la propria attività nel rispetto dei protocolli governativi e agli studenti di svolgere le lezioni in presenza.
E’ quanto chiedono “stante una condizione pandemica contenuta e non pericolosa” i sindaci di Castiglione in Teverina, Leonardo Zanni, di Lubriano, Valentino Gasparri, di Graffignano, Piero Rossi, e di Bomarzo, Marco Perniconi. In una lettera al prefetto di Viterbo, Giovanni Bruno, al ministro della salute, Roberto Speranza, e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, scrivono: “L’ordinanza del ministero della salute del 12 Marzo 2021 pone da oggi 15 marzo 2021 tutta la Regione Lazio in zona rossa e, quindi, in una condizione di chiusura quasi totale che non rispecchia l’attuale andamento epidemiologico del territorio della provincia di Viterbo. A livello generale, si condividono pienamente tutte le misure che il Governo centrale attua ma si chiede di porre attenzione ad un concetto di maggiore decentralizzazione delle decisioni in relazione alla situazione propria di ogni singolo territorio. Non ultimo è l’esempio della Regione Umbria che in questo periodo passato ha assunto al proprio interno due colorazioni distinte: rossa per la provincia di Perugia e arancione per la provincia di Terni”.
“Gran parte dei Comuni della provincia di Viterbo ha un numero di contagiati quasi nullo o di pochissime unità – si legge -. Questa nuova condizione, alla luce anche del fatto che ogni singolo municipio mette in atto misure di contenimento proprie, specifiche e precipue del territorio di competenze, non è corrispondente alla reale situazione. La nuova condizione di zona rossa penalizza queste comunità sia in termini economici sia in termini sociali e culturali. In particolar modo si fa riferimento alla chiusura delle Scuole di ogni ordine e grado. Benché la dad (didattica a distanza) sia comunque un buon metodo di insegnamento da attuare in circostanze di urgenza e circostanziali di pericolo epidemiologico, riteniamo che la didattica in presenza sia vitale per la crescita emotiva, relazione e culturale dei ragazzi. In passato, quando la situazione sanitaria localmente è peggiorata, i sindaci territorialmente competenti hanno adottato misure e ordinanze di chiusura temporanea volte a fronteggiare e contenere il dilagarsi dei contagi ottenendo risultati precisi”.
Dello stesso tenore una lettera inviata al presidente della Regione dal sindaco di Viterbo Giovanni Arena e da quello di Tarquinia Alessandro Giulivi.