Dal presidente del Comitato centro storico di Sutri riceviamo e pubblichiamo
Ci sono tanti modi per “uccidere” una città, per bloccarne la crescita economica,
sociale e culturale. In parole semplici: per gettarla nel degrado.
Il più pericoloso è quello di “ignorare” l’importanza e il valore di un patrimonio
storico prezioso e unico: quello che orgogliosamente vanta l’Antichissima Città di
Sutri. Uno scrigno etrusco che contiene rare perle di Storia: Mitreo, Anfiteatro, e
tempi, tombe, vie cave nella verde cornice del Parco Archeologico, singolare ed
ineguagliabile nel suo genere. E palazzi, monumenti, chiese incastonati come gemme
tra i vicoli e le piazze di quella che un tempo fu la splendida ed elegante Civitas.
Quel patrimonio storico che deve “salvare” una città, quale risorsa invidiabile e non
replicabile (o la erediti o ne sei sprovvisto). Noi Sutrini l’abbiamo ereditata.
Quella “Bellezza che salverà il mondo”diceva Dostoievskij.
Ma ci chiediamo: “Chi salverà questa Bellezza?”
Chi non ha cura della propria terra? Chi è in tutt’altre faccende affaccendato? Chi non
sa distinguere nemmeno i nomi delle sue antiche vie? Chi non conosce la storia della
Città in cui vive? Chi non la sente vibrare dentro, ogni giorno passando per queste
strade? O chi, in un continuo quanto ridicolo rimbalzo di responsabilità, si culla nella
propria incompetenza?
Eccoli gli elementi che caratterizzano ogni “pratica del degrado”.
Ed ecco un’immagine emblematica che ne è specchio (che non eguaglia certo lo
scempio della Chiesa di San Francesco su cui ritorneremo): L’Arco Manosio, legato
alla storia rinascimentale della nostra Città e ad una delle famiglie più ricche ed
influenti. La famiglia Manosio o De’ Manosi, di cui Pietro, a cui è dedicato
quest’Arco e la Contrada San Pietro, ne fu rappresentante illustre. Medico famoso,
insegnante dotto, aromatario esperto, operante nella sua spezieria della Mola delle
Olive (per noi Sutrini la solare Mandoliva), luoghi dimenticati da valorizzare.
Ci sono tanti modi per distruggere la Bellezza di una città. Tuttavia, ce ne sono
altrettanti per custodirla gelosamente: la pulizia, il rispetto, l’amore per questi luoghi
che diventano risorse inimmaginabili dell’economia di un territorio ed eredità per i
nostri figli. Cose semplici ed economiche per risposte concrete.
Ma a monte manca qualche tassello: la conoscenza autentica di questi luoghi, la
passione, altrettanto autentica, nobile e disinteressata. E la Cultura, teorico elemento
di “pratica costruttiva”.
Ma quando si ha a che fare con “nani che si credono giganti” come sosteneva Karl
Kraus, “ il Sole della Cultura è veramente basso”.
E allora, Chi salverà la nostra Bellezza?
Martina Salza
presidente Comitato centro storico per Sutri